Nella fase post pandemica, negli Istituti penali per minorenni (Ipm) si è registrato un significativo aumento della spesa – e dunque della somministrazione – di psicofarmaci, in particolare antipsicotici. Nel suo dossier sull’emergenza carceri minorili presentato questa mattina a Roma, l’associazione Antigone richiama un’inchiesta realizzata da Altreconomia, secondo la quale in 5 Ipm la “spesa a persona” legata all’acquisto di questi farmaci è aumentata mediamente del 30% tra il 2021 e il 2022. Un dato “allarmante”, commenta Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone e responsabile dell’Osservatorio minori, illustrando il dossier che riporta inoltre l’elenco degli episodi di tensioni e proteste negli Ipm: 28 tra il 2 ottobre 2023 e il 27 settembre 2024, molti di essi al Beccaria di Milano. “Un malessere che va ascoltato”, afferma Marietti sottolineando che il Beccaria “rappresenta oggi la cristallizzazione della crisi del sistema di giustizia minorile”. “Le presunte torture avvenute tra il 18 novembre 2022 e il 19 marzo 2024, per cui sono attualmente imputati 13 agenti ed altri 8 colleghi – rileva -, hanno probabilmente rotto il rapporto fiduciario tra personale penitenziario e comunità ristretta”. Di qui “un cambio di clima all’interno dell’istituto, che ora sembra trovarsi in una fase di ‘decantazione’ del trauma. Le proteste e le tentate evasioni sono il sintomo di una ferita che fatica disperatamente a rimarginarsi. Nonostante i buoni propositi di ripresa del modello educativo, l’unica risposta al susseguirsi degli eventi critici è stata la progressiva chiusura; rispetto a un tempo, infatti, le ore trascorse dai ragazzi all’interno delle celle stanno progressivamente aumentando”. Insomma, conclude Marietti, “è proprio la vocazione educativa ad essere venuta meno”.