Diocesi: Milano, come usare i beni immobili della Chiesa? Indagine del mensile “Il segno”

“Il patrimonio immobiliare della Chiesa ambrosiana è fatto di luoghi di culto e oratori, ma anche di scuole, ospedali, cinema e teatri, musei, centri sociali, appartamenti… Un patrimonio enorme, creato nei secoli grazie alla generosità e alla operosità di generazioni di fedeli, oltre che a una oculata amministrazione”. Parte da questa costatazione il dossier del nuovo numero de “Il segno”, mensile della diocesi di Milano. “Oggi però, a causa del calo dei sacerdoti e dei praticanti (oltre che demografico), un numero crescente di immobili risulta inutilizzato e mette la Chiesa di fronte a una sfida molto difficile: come gestire quei beni?”. “Il segno” di ottobre rilegge le linee guida che la diocesi ha diffuso di recente con due documenti firmati dall’arcivescovo Mario Delpini e dà voce al responsabile dell’Ufficio Parrocchie della curia, don Paolo Boccaccia. Ci sono due diverse prospettive che “si possono, anzi si devono conciliare”: c’è chi, “mosso dall’ardore della carità, desidererebbe mettere a disposizione di chi ha bisogno ogni spazio della parrocchia”. E ci sono altri che, “consapevoli del valore che hanno certi immobili nelle zone più appetibili delle città, vorrebbero metterli tutti a reddito a prezzo di mercato, per finanziare le opere parrocchiali stesse”. La sfida, appunto, è tutta nel trovare “un giusto equilibrio e uno sguardo che non sia rivolto solo alla realtà locale, ma all’intero orizzonte diocesano”.
Da segnalare un approfondimento sul “dopo di noi” e l’articolo del sociologo Maurizio Ambrosini, che interviene nel dibattito sullo ius scholae.

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