Papa Francesco: veglia Sinodo, “non possiamo pretendere di risolvere i conflitti alimentando violenza che diventa sempre più efferata”

“Non possiamo pretendere di risolvere i conflitti alimentando violenza che diventa sempre più efferata, riscattarci provocando dolore, salvarci con la morte dell’altro”. E’ il monito del Papa, nell’omelia della Veglia presieduta nella basilica di San Pietro a conclusione del ritiro in preparazione alla seconda sessione del Sinodo dei vescovi: “Come possiamo inseguire una felicità pagata con il prezzo dell’infelicità dei fratelli e delle sorelle? E questo vale per tutti”. Alla vigilia dell’inizio dell’Assemblea del Sinodo, secondo Francesco, “la confessione è un’occasione per ristabilire fiducia nella Chiesa e nei suoi confronti, fiducia infranta dai nostri errori e peccati, e per cominciare a risanare le ferite che non smettono di sanguinare, spezzando le catene della malvagità”. “Questo peso non vorremmo che rallentasse il cammino del Regno di Dio nella storia”, l’auspicio del Santo Padre: “Noi abbiamo fatto la nostra parte, anche di errori. Continuiamo nella missione per quello che possiamo, ma ora ci rivolgiamo a voi giovani che aspettate da noi il passaggio di testimonianza, chiedendo perdono anche a voi se non siamo stati testimoni credibili. Nella memoria liturgica di santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni, domandiamo la sua intercessione”. “O Padre, siamo qui riuniti consapevoli di avere bisogno del tuo sguardo di amore”, la preghiera finale: “Abbiamo le mani vuote, possiamo ricevere solo quanto tu puoi donarci. Ti chiediamo perdono per tutti i nostri peccati, aiutaci a restaurare il tuo volto che abbiamo sfigurato con la nostra infedeltà. Chiediamo perdono, provando vergogna, a chi è stato ferito dai nostri peccati. Donaci il coraggio di un sincero pentimento per una conversione. Lo chiediamo invocando il Santo Spirito perché possa riempire della sua grazia i cuori che hai creato, in Cristo Gesù nostro Signore”. “Tutti chiediamo perdono, tutti siamo peccatori, ma tutti abbiamo la speranza nel tuo amore per noi”, l’aggiunta a braccio.

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