Sinodo: madre Angelini, “silenzio è lotta contro la banalità, è togliersi dal palcoscenico”

“Il silenzio è forse l’elemento più difficile da vivere nella nostra vita, anche nel cammino sinodale”. Ne è convinta madre Ignazia Angelini, che proprio su questo tema ha tenuto la meditazione durante le lodi del ritiro spirituale in preparazione alla seconda sessione del Sinodo, in corso in Vaticano. “Per questo, le nostre parole sono così poco comunicanti”, il grido d’allarme della religiosa: “Immersi nel caos, o nell’enfasi dei nostri concetti, non abbiamo il tempo di sfiorarlo e spesso neppure la voglia, perché ci fa paura. Quando si tace, infatti, non è subito silenzio: si è sommersi da un vortice di pensieri – dagli strascichi di un passato spesso non elaborato in memoria del cuore; dalla noia di un presente che incombe – impellente o amorfo, fermo -, e dall’angoscia di un futuro incerto e senza senso”. “Non è questo il silenzio che loda Dio e che è la radice di ogni dialogo costruttivo, di ogni cammino sinodale”, il monito: “Lo è invece il silenzio prezioso di chi sa togliersi dal palcoscenico, e vive una sorta di solitudine feconda e aperta all’alterità, nell’ascolto della parola di Dio, del grido dei poveri e dei gemiti della creazione. Silenzio è lotta contro la banalità, è ricerca di verità, è accoglienza del mistero che si nasconde in ogni persona e in ciascun essere vivente. Non spiega la sofferenza ma la attraversa. Il silenzio può farci ritrovare il vero e autentico ritmo del dialogo sinodale”.

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