“L’indagine e gli arresti di oggi confermano gli scenari criminali nel mondo degli ultras: attorno allo stadio e dentro lo stadio si muove un mondo di affari legali e illegali, che va dal bagarinaggio al merchandising, fino al controllo dello spaccio di droga anche all’ingrosso. In parte ci sono sempre stati, ma oggi sempre più spesso ingrassano il portafoglio di alcuni boss, anziché essere usati per sostenere le curve”. In una nota Libera riflette sull’inchiesta e sugli arresti della Dda di Milano di ultras di Inter e Milan, scenario fotografato dall’ultimo numero de lavialibera, la rivista di Libera e Gruppo Abele, nel dossier “Curve pericolose” che ricostruisce i rapporti tra tifo organizzato ed estremismo di destra, soffermandosi su alcune grandi città (Roma, Milano e Torino).
“La presenza di interessi criminali nel mondo sportivo, e in particolare nel calcio, non è certo una novità. Del resto – prosegue Libera – non c’è da stupirsi: le mafie inseguono il denaro, e sappiamo che il calcio di denaro ne fa girare tanto. Nelle curve il tifo organizzato si è involgarito e, in certi casi, colluso con ambienti malavitosi, trasformandosi in strumento di intimidazione e pressione sulle società per portare vantaggi economici ai suoi leader”.
Non solo criminalità e malaffare anche inni al fascismo e svastiche trovano spazio nelle curve, riproponendo uno spaccato della società attuale. L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive del Viminale ha segnalato nel suo ultimo rapporto una crescente “tendenza a costituire gruppi ideologicamente orientati” negli stadi e denunciato 126 atti di razzismo e discriminazione avvenuti nella sola stagione 2022-2023. Sono attualmente 431 i gruppi ultras censiti dalla Digos, e indicati come progressivamente sempre più orientati politicamente.