“Come degli esploratori siamo invitati a metterci in cammino con la fiducia nell’azione dello Spirito Santo che sempre e ovunque ci precede, anche nei luoghi più impensati”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, nel corso della celebrazione eucaristica che ha presieduto in cattedrale in occasione dell’inizio dell’anno pastorale, nella Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
Nell’omelia, il presule per commentare la pagina evangelica proposta dalla liturgia ha fatto “riferimento a tre immagini: il bicchiere di acqua, lo scandalo, la porta”. Il bicchiere d’acqua – ha spiegato – “è quell’atteggiamento di gratuità nell’amore del prossimo che i discepoli possono suscitare in coloro che li vedono e li ascoltano, riconoscendo che sono di Cristo, che compiono le opere nel suo nome”. “Ogni bicchiere d’acqua ricevuto – ha proseguito – ci riporta alla sorgente della nostra vita cristiana, cioè al nostro Battesimo e a tutti gli altri sacramenti che rinnovano in noi la grazia dell’amore infinito e incrollabile del Signore Gesù. Si tratta di aprirsi a quella giustizia superiore che è la misericordia di Cristo, proprio come ci ricorda un celebre testo di san Paolo Apostolo: ‘Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio’ (2 Cor 5,21)”. Poi “lo scandalo”, che “è come una pietra di inciampo che impedisce ai piccoli che credono in Gesù di crescere nella fede e di vivere come discepoli”. “L’atteggiamento che crea scandalo – ha osservato – è quello di chi consuma le sue energie nell’analizzare, classificare, controllare piuttosto che nel facilitare l’accesso alla grazia, nell’evangelizzare. L’atteggiamento che crea scandalo è quello di quei cristiani di cui parla Papa Francesco che hanno uno stile di Quaresima senza Pasqua”. Infine, l’immagine della porta: “Essa – ha rilevato l’arcivescovo – è implicita in quella frase in cui Gesù dice: ‘E se il tuo occhio è motivo di scandalo, gettalo via’”. “L’occhio – ha aggiunto – è la porta del cuore: ‘La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso’. L’occhio cattivo da espellere è quello che porta a pensare che uno può salvarsi da solo”.
“L’Eucaristia che celebriamo all’inizio dell’anno pastorale – ha concluso mons. Gambelli – ravvivi in noi il fuoco dell’amore perché sappiamo crescere nella nostra identità di figli di Dio riconoscendo nel volto di ogni nostro compagno e compagna di viaggio, il dono di un fratello e di una sorella”.