Tra il 5 e il 7 ottobre 1984 Papa Giovanni Paolo II visitava la Calabria con diverse tappe nella Regione. Nel 40° anniversario di quella visita in diverse parrocchie della diocesi di Cosenza-Bisignano – dal 30 settembre al 13 ottobre – il “Pellegrinaggio della maglietta” che il Pontefice – ora santo – indossava al momento dell’attentato il 13 maggio 1981 e custodita a Roma nella Casa “Regina Mundi” delle Suore Figlie della Carità. Prima tappa del “Pellegrinaggio della Maglietta” nella chiesa di San Pietro a Mendicino. Poi la cattedrale di Cosenza, di nuovo a Mendicino nella chiesa di Cristo Salvatore, la chiesa del SS. Crocifisso a Cosenza, la basilica di Laurignano e la chiesa della Santa Famiglia a Castrolibero. Era il 2000 quando suor Beatrice Priori delle Suore Figlie della Carità ricevette la maglietta bianca inzuppata di sangue da Anna Stanghellini, un’infermiera del Policlinico Gemelli, che accolse il Papa ferito nella sala operatoria, subito dopo l’attentato. “Un dono di inestimabile valore affettivo e spirituale” per suor Beatrice, intervistata dal settimanale della diocesi cosentina “Parola di Vita”: “Nella mia vita ho venerato tante reliquie di beati e santi, ma questa è diversa da tutte. Quando guardo la maglietta rimango pensosa e tanto riconoscente a quella infermiera. Una maglietta sul cui bordo del collo si vedono le iniziali del nome del Pontefice J P cucite con filo di colore rosso. E poi quei fori e quel sangue parlano. Raccontano di un attentato ma soprattutto raccontano anche il dolore, la paura, la
sofferenza e la solida fede di un grande Papa”. Il settimanale, diretto da don Enzo Gabrieli, uscito in questi giorni, dedica un inserto ai 40 anni dalla visita del Papa polacco nella diocesi di Cosenza-Bisignano ricco di testimonianze e di foto, che “non vuole rendere parziale la visita pastorale ma suscitare nella nostra Chiesa – scrive don Gabrieli nell’editoriale – quel desiderio di memoria, che è sempre necessario ed incoraggiante per chi è in cammino”. Il Papa incontrò questa terra, “unita, insieme, nelle sue diverse realtà ecclesiali e sociali, e poi le Chiese diocesane, una ad una – aggiunge don Gabrieli – per coglierne la particolare identità. Un cammino di pochi giorni, ma nei quali, è condensata l’esperienza di quasi duemila anni di cristianesimo, da quando Paolo fece vela per l’Italia e giunse a Reggio Calabria. Da quando i discepoli del Nazareno, attraverso le grandi vie di collegamento giunsero anche da queste parti per versare sul capo dei calabresi la nuova acqua del battesimo e far udire loro la buona notizia del Vangelo di Gesù”. Quella visita fu come uno spartiacque, una grande tappa nella quale il popolo di questa terra poté apprezzare le radici cristiane, la sua spiritualità, la sua santità, la sua storia e la sua religiosità, ma guardare anche ai suoi ritardi e ai suoi mali. E il papa si fece voce profetica e di speranza, indicando le strade da seguire, i sentieri da battere, primo fra tutti la ricerca della santità, di cui il Santuario di Paola è centro propulsore e cuore vitale”.