Sanità spaccata e pazienti in fuga verso il Nord: Cartabellotta, “potenziare offerta servizi al Sud, promuovere accesso a cure su tutto il territorio, investire su personale”

“Serve un piano strategico per potenziare l’offerta di servizi al Sud, al fine di ridurre la migrazione sanitaria e promuovere un accesso più equo alle cure su tutto il territorio nazionale”.

Lo afferma in un’intervista al Sir Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, mettendo in guardia dal pericolo, non solo di assestare il colpo di grazia alla sanità del Sud, ma anche di sovraccarico della sanità del Nord. “Si rischia – spiega – di innescare un circolo vizioso di inefficienza. Il gap Nord-Sud si allarga, contribuendo a sovraccaricare i sistemi sanitari delle Regioni settentrionali che a loro volta rischiano di non riuscire a garantire l’accesso alle prestazioni sanitarie per i propri residenti”.
Alla domanda se le misure contenute nel decreto-legge contro le liste d’attesa potrebbero contribuire a contrastare la mobilità sanitaria, il presidente della Fondazione Gimbe risponde: “Al momento è impossibile fare previsioni soprattutto perché si attendono almeno sette decreti attuativi perché il Dl entri a pieno regime e i tempi di attuazione delle misure previste sono medio-lunghi: ovvero i benefici per i cittadini non saranno immediati. Peraltro, ho già espresso in sede di audizione parlamentare numerose perplessità sulla potenziale efficacia del Dl che si limita ad inseguire la domanda aumentando l’offerta: una strategia perdente perché, esaurito nel breve periodo l’’effetto spugna’, l’incremento dell’offerta poi induce un ulteriore aumento della domanda”. Inoltre, secondo Cartabellotta, “il Dl è carente di interventi efficaci per risolvere i problemi strutturali del Ssn che alimentano l’allungamento delle liste di attesa. Queste rappresentano il sintomo più evidente di un indebolimento organizzativo e soprattutto professionale per risolvere il quale sono necessari consistenti investimenti e coraggiose riforme. In particolare, investendo sul personale sanitario e aumentando l’attrattività del Ssn”.

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