Papa in Lussemburgo: alle autorità, “la ricchezza è una responsabilità”, “accogliere e integrare migranti e rifugiati”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Lo sviluppo, per essere autentico e integrale, non deve saccheggiare e degradare la nostra casa comune e non deve lasciare ai margini popoli o gruppi sociali”. È il monito del Papa, che fin dal suo primo discorso in Lussemburgo, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico ha indicato due principi cardini del magistero sociale della Chiesa: la cura del creato e la fraternità. “La ricchezza – non dimentichiamolo – è una responsabilità”, il monito: “Pertanto chiedo che sia sempre vigile l’attenzione a non trascurare le nazioni più svantaggiate, anzi, che esse siano aiutate a risollevarsi dalle loro condizioni di impoverimento. Questa è una via maestra per fare in modo che diminuisca il numero di quanti sono costretti a emigrare, spesso in condizioni disumane e pericolose”. “Il Lussemburgo, con la sua storia peculiare, con la sua altrettanto peculiare posizione geografica, con poco meno della metà degli abitanti provenienti da altre parti dell’Europa e del mondo, sia di aiuto e di esempio nell’indicare il cammino da intraprendere per accogliere e integrare migranti e rifugiati”, l’altro invito del Papa: “Voi siete un modello di questo!”, l’aggiunta a braccio.

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