Cei: Consiglio permanente, appello per la pace. “La violenza non porta mai alcun vantaggio. La guerra è solo morte”

Un “appello per la pace” è stato rivolto dal Consiglio permanente della Cei al termine dei propri lavori, “preoccupato dall’escalation che sta interessando, in queste ore, soprattutto il Medio Oriente, senza dimenticare l’Ucraina e gli altri conflitti in corso in diverse parti del mondo”. Lo si legge nel comunicato finale. “Continuiamo a vedere vite spezzate, famiglie segnate dal dolore, bambini sconvolti dalla violenza e dalle lacrime”, scrivono i vescovi italiani: “Case, scuole e ospedali rasi al suolo, città rese deserto. Una umanità ferita chiede pace e giustizia. È compito di ciascuno invocare la pace e operare nella vita di ogni giorno nel segno della Fratelli tutti; è dovere dei governanti assicurare la pace ai popoli della Terra. La convivenza diventi fratellanza, regni il rispetto reciproco, gli ultimi siano al centro dell’attenzione della società intera e di chi è stato chiamato ad assumere responsabilità politiche”. “La violenza non porta mai alcun vantaggio. La guerra è solo morte”, ammoniscono i presuli. “Anche le comunità religiose hanno il preciso dovere di dar voce alla speranza di serenità e di pace che si leva dai piccoli, dalle donne e dagli uomini di questo nostro tempo, la cui vita è segnata dallo scellerato e sempre ingiustificato ricorso alle armi”, proseguono, affermando che “ci sentiamo direttamente chiamati in causa dal Messaggio di Papa Francesco al recente Incontro internazionale di preghiera per la pace di Parigi: ‘Compito urgente delle religioni è favorire visioni di pace. […] C’è bisogno di incontrarsi, di tessere legami fraterni e di lasciarsi guidare dall’ispirazione divina che abita ogni fede, per immaginare assieme a pace tra tutti i popoli’ (17 settembre 2024)”. “In tal senso, come credenti, siamo richiamati dalle parole di un profeta contemporaneo, don Primo Mazzolari, che ammonisce: ‘Il cristiano è un ‘uomo di pace’ non un ‘uomo in pace’: fare la pace è la sua vocazione’. Sia la costruzione della pace e della convivenza tra le persone e i popoli – concludono i vescovi italiani – il nostro impegno – ispirato dal Vangelo – generoso, risoluto e profetico”.

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