Cei: Consiglio permanente, “non cedere alla sfiducia”. “Giovani siano considerati una ricchezza e non un problema”

La speranza è il tema attorno al quale si sono sviluppati i lavori del Consiglio episcopale permanente, che si è tenuto a Roma dal 23 al 25 settembre. Riprendendo gli spunti offerti dal cardinale presidente Matteo Maria Zuppi nella sua introduzione, i vescovi – si legge nel comunicato finale – hanno concordato sulla necessità di non cedere alla sfiducia, ma di “guardare al futuro con speranza perché la Chiesa è una comunità, nonostante le nostre fragilità e contraddizioni”. Questa prospettiva, posta da Papa Francesco come fulcro del Giubileo 2025, non può – sottolineano i vescovi italiani – non riguardare i giovani che devono essere considerati una ricchezza e non un problema. L’urgenza educativa, richiamata dal cardinale presidente, diventa allora occasione per rilanciare un impegno a favore delle nuove generazioni, un accompagnamento efficace che le valorizzi e le faccia sentire protagoniste della loro vita, di quella della Chiesa e della società, fondato sulla fede e “sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino”.
Per i presule italiani, “declinare la speranza sul versante educativo significa investire sui giovani, coinvolgerli nei percorsi ordinari, creare opportunità di scambio e confronto a livello nazionale e internazionale sui temi sociali, culturali, del bene comune. Questo implica una riflessione sulle insidie che rischiano di avviluppare i giovani: è il caso delle dipendenze, nelle diverse forme, che in alcuni contesti sembrano addirittura essere la normalità”. Della tendenza ad abituarsi, a non sentirsi interpellati nel profondo da ciò che accade nel mondo i vescovi hanno parlato anche in riferimento alle guerre e alle migrazioni. In particolare, di fronte alle migliaia di persone che scappano dalle loro case per cercare speranza altrove, i presuli hanno fatto propria la visione aperta da Papa Francesco che ha chiesto di affrontare la questione “ampliando le vie di accesso sicure e le vie di accesso regolari per i migranti, facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, dalle violenze, dalle persecuzioni e dalle tante calamità; favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui” (Udienza generale, 28 agosto 2024).

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