“Crediamo che il Paese possa cambiare, che debba cambiare e che cambierà”. È il messaggio di speranza trasmesso dalla Conferenza episcopale haitiana, pur, nella consapevolezza che “l’attuale generazione deve accettare sacrifici a immagine dei martiri”. I vescovi si sono rivolti ai fedeli e al Paese al termine della propria assemblea plenaria, tenutasi a Cap-Haïtien dal 16 al 21 settembre. “Nel corso di questa assemblea plenaria – si legge nel testo –, abbiamo condiviso nelle nostre preghiere e riflessioni le preoccupazioni, le sofferenze e le aspettative del nostro popolo di fronte alla tragica realtà dell’insicurezza alimentata dai gruppi armati. Continuiamo a pregare per tutti voi qui presenti, per il nostro confratello monsignor Pierre-André Dumas, per le vittime dell’esplosione di una petroliera a Miragoâne e per tutto il popolo haitiano in questa Eucaristia in cui celebriamo i Santi Martiri André Kim Tae-gon, sacerdote, Paul Chong Ha-sang, e i loro compagni che hanno sofferto atrocemente e versato il loro sangue per la fede in Gesù Cristo”.
I vescovi sottolineano che l’attuale situazione di insicurezza, alimentata dai gruppi armati, è intollerabile. Hanno inoltre denunciato la corruzione, l’ingiustizia e l’impunità che affliggono la società haitiana, sottolineando la necessità di evitare di ripetere gli errori del passato. L’appello al Consiglio presidenziale di transizione e agli attori politici è di “dimostrare trasparenza e a lavorare per il bene del popolo”. L’appello si conclude con una preghiera per la nazione haitiana, ricordando che il destino del Paese dipende dagli stessi haitiani e non da poteri esterni. I vescovi promettono di continuare ad accompagnare il popolo nella sua ricerca di giustizia e pace, in comunione con Papa Francesco.