Venezia81: Leone d’oro a “The Room Next Door” di Almodóvar. Leone d’argento per l’Italia con “Vermiglio”

(Foto Asac)

Giù il sipario dell’81ª Mostra del Cinema della Biennale di Venezia con un verdetto nelle previsioni. Leone d’oro a “The Room Next Door” di Pedro Almodóvar, primo film in lingua inglese, girato a New York, per il regista spagnolo. L’opera, passata in gara martedì 3 settembre, si è fatta notare da subito per forza espressiva e interpretativa, anche grazie alla prova maiuscola delle attrici Premio Oscar Tilda Swinton e Julianne Moore. “The Room Next Door” affronta il tema della morte, la prativa dell’eutanasia, per una donna malata terminale; lo sguardo si posa soprattutto sulla fragilità umana, il bisogno di prossimità e calore nell’ora più difficile, in preda alla paura della fine in solitudine. Film denso e sfidante, dalla confezione formale sofisticata.
L’Italia vince il secondo riconoscimento più importante: Leone d’argento – Gran premio della giuria per “Vermiglio” di Maura Delpero. La regista ha colpito la Giuria, presieduta dalla francese Isabelle Huppert, per il suo racconto dolce e dolente ambientato nella Val di Sole sul finire della Seconda guerra mondiale; una poesia contadina dai rimandi estetico-narrativi al cinema di Ermanno Olmi. Miglior regista è lo statunitense Brady Corbet con il suo imponente (anche nella durata di 215 minuti) “The Brutalist”, racconto di umiliazioni e riscatto giocato negli Stati Uniti tra traumi dell’antisemitismo, rampantismo economico e ricerca del bello.


I migliori attori. Coppa volpi all’ottimo Vincent Lindon, attore francese che si distingue sempre per un cinema di impegno civile dallo sguardo etico. Brilla il suo ruolo di padre coraggio nel film “The Quiet Son” (“Jouer Avec Le Feu) delle sorelle Delphine e Muriel Coulin. Si impone, quasi a sorpresa, la performance di Nicole Kidman in “Babygirl” di Halina Reijn, scalzando le favorite Fernanda Torres (dal film di Walter Salles) o il duo Moore-Swinton.
La miglior sceneggiatura è quella di “I’m Still Here” (“Ainda estou aqui”) di Walter Salles, copione firmato da Murilo Hauser e Heitor Lorega. All’opera, che racconta il coraggio di Eunice Paiva nel far luce sulla scomparsa del marito Rubens e di altri desaparecidos nel Brasile degli anni ’70, va inoltre il premio cattolico internazionale Signis. Chiudono il palmares ufficiale il Premio speciale della giuria ad “April” della georgiana Dea Kulumbegashvili e il Premio Marcello Mastroianni per l’attore rivelazione Paul Kircher del film francese “And Their Children After Them” (“Leurs Enfants Après Eux”) di Ludovic e Zoran Boukherma.
Il cinema italiano trionfa anche nella sezione Orizzonti, con il premio a Francesco Gheghi miglior attore nel dramma “Familia” di Francesco Costabile. Miglior film Orizzonti è “The New Year That Never Came” (“Anul Nou Care N-A Fost”) di Bogdan Mureșanu. E ancora, Leone del Futuro – Premio opera prima “Luigi De Laurentiis” assegnato a “Familiar Touch” di Sarah Friedland. La lista completa dei riconoscimenti sul portale della Biennale.

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