Papa in Papua Nuova Guinea: incontro clero, “essere vicini alle periferie”, “vicinanza, compassione, tenerezza”

(Foto Vatican Media/SIR)

Essere vicini alle “periferie di questo Paese”, come hanno fatto i missionari che “non si sono arresi: questa è la vita missionaria, partire e ripartire”. Lo ha raccomandato il Papa, nel suo secondo discorso in Papua Nuova Guinea, pronunciato nel santuario di Maria Ausiliatrice a Port Moresby e rivolto a vescovi della Papua Nuova Guinea e delle Isole Salomone, sacerdoti, diaconi, consacrati e consacrate, seminaristi e catechisti. “Vorrei raccomandarvi una via importante verso cui dirigere le vostre partenze: quella delle periferie di questo Paese”, l’invito di Francesco, in risposta alle testimonianze ascoltate poco prima: “Penso alle persone appartenenti alle fasce più disagiate delle popolazioni urbane, come anche a quelle che vivono nelle zone più remote e abbandonate, dove a volte manca il necessario. E ancora a quelle emarginate e ferite, sia moralmente che fisicamente, dal pregiudizio e dalla superstizione, a volte fino a rischio della vita. A questi fratelli e sorelle la Chiesa desidera essere particolarmente vicina, perché in loro Gesù è presente in modo speciale”. Tre i temi del discorso papale: “Il coraggio di cominciare, la bellezza di esserci e la speranza di crescere”. “E per favore, non dimenticatevi: vicinanza”, l’invito a braccio: “Vicinanza, compassione, tenerezza”.

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