Politica: Garelli (sociologo), “cattolici siano attivi e vigilanti sulla scena pubblica e politica” per “evitare derive antidemocratiche”

“C’è bisogno di un clima politico diverso, per sconfiggere un astensionismo senza precedenti, per riavvicinare alle urne (e alla politica) tanti cittadini delusi o confusi. Si tratta di ‘avvertimenti’ espressi da uno strenuo ‘campione’ delle istituzioni che s’è formato alla scuola del cattolicesimo democratico; e che, quindi, hanno rappresentato – nel panorama delle Settimane sociali – un pressante invito ai cattolici a essere attivi e vigilanti sulla scena pubblica e politica per evitare derive antidemocratiche”. Lo scrive il sociologo Franco Garelli nel numero di agosto/settembre di Vita pastorale.
L’elogio dell’“amore politico” è stato invece il messaggio più rilevante che Papa Francesco ha riservato alla Settimana sociale di Trieste, invitando i cattolici a “non accontentarsi di vivere una fede privata o ai margini della storia, a superare forme di assistenzialismo controproducenti, a riscoprire l’urgenza di un impegno che non si limiti a curare i mali della società, ma che sia capace di affrontarne le cause”. “In altri termini – osserva Garelli-, l’impegno politico è una delle ‘più alte forme di carità’ (come già diceva Paolo VI), a patto che non ci si limiti a fare gli ‘infermieri della storia’, ma si agisca come operatori di giustizia e di pace all’interno dell’arena pubblica. A questa carità politica, che deve affrontare situazioni non facili, ‘chiamata tutta la comunità cristiana, nella distinzione dei ministeri e dei carismi’. Come a dire che tutti devono fare la loro parte per alimentare quella ‘passione civile’ che oggi manca nella società, sostenendo e favorendo in particolare la vocazione di quanti si assumono delle responsabilità dirette in campo politico”.

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