Colombia: ong italiane e locali, consegnate proposte contro la povertà al relatore Onu De Schutter

Varie ong italiane e realtà colombiane, come Osservatorio Selvas, Scuola viaggiante, Istituto di pace Ipazde, Creciendo Unidos e Cipsi, hanno consegnato le loro proposte sul superamento degli squilibri sociali e per la pace in Colombia direttamente al relatore delle Nazioni Unite per la lotta alle povertà, il belga Olivier De Schutter, accademico della Università di Louvaine, che sta concludendo la sua visita in Colombia, invitato dal Governo del presidente Petro.
Durante la presentazione, a Bogotá, delle conclusioni della sua visita in Colombia, il relatore Onu De Schutter, sottolinea che “gli sforzi di pace in Colombia non funzioneranno mentre la segregazione socio-economica è la norma, la ‘legge imperante’, con i 6 livelli di stratificazione”, che sono simili addirittura alle caste dell’India, come ha commentato all’agenzia Reuters, definendo la politica di pianificazione degli scorsi decenni “segregazione sociale istituzionalizzata”, considerandola un grave ostacolo per sradicare la povertà e raggiungere la pace”.
Commenta al Sir Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani e presente all’incontro con De Schutter: “Sono parole molto pesanti di un relatore Onu che confermano le nostre analisi, come ong italiane nella lotta alla segregazione. Apprezziamo che il relatore Onu abbia voluto vedere con i propri occhi la povertà, l’esclusione e il razzismo istituzionale in due realtà emblematiche: le strade polverose del porto di Buenaventura, dove arrivano le armi della ‘ndrangheta calabrese nello scambio con la cocaina del narcobusiness, e di Ciudad Bolívar, periferia di Bogotá dove arriva l’acqua ogni due giorni e dove vivono ghettizzate anche migliaia di famiglie migranti venezuelane, altre vittime di questa segregazione strutturale di cui parla il relatore Onu.
De Schutter aggiunge che “la mancanza di opportunità di lavoro in condizioni dignitose (considerando che il 54% del totale del lavoro in Colombia è informale, secondo Dane) converte le persone e anche i bambini ed adolescenti, in situazione di povertà ad essere facile preda per il reclutamento da parte dei gruppi armati illegali”. “Le ong italiane sottolineano che per rompere questo circolo vizioso della povertà, bisogna incidere anche nelle responsabilità internazionali della mafie”, conclude Morsolin.

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