Striscia di Gaza: Khodr (Unicef), “completata prima fase campagna antipolio, vaccinati 189mila bambini ma per arrivare a 640mila servono altre pause umanitarie”

“Gli ultimi tre giorni abbiamo portato un raro raggio di luce in mezzo al disastroso conflitto nella Striscia di Gaza. Dopo quasi un anno in cui le famiglie hanno vissuto orrori che nessun uomo, donna o bambino dovrebbe mai sopportare, questa settimana abbiamo visto cosa si può ottenere con la semplice volontà”. A parlare è Adele Khodr, direttrice regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, facendo il punto sulla prima fase della campagna antipolio che si è svolta dal 1° al 3 settembre ed ha raggiunto più di 189mila bambini sotto i 10 anni nell’area centrale della Striscia di Gaza, superando l’obiettivo iniziale. Sono state impiegate circa 513 squadre in tutta l’area.
Dopo 25 anni, a causa delle acque reflue non trattate e delle macerie, la polio è tornata. Finora è stato confermato un caso di polio in un bambino di 11 mesi, la cui breve vita è già stata costellata dalle circostanze più difficili e che ora subirà danni fisici irreparabili. Il rischio della diffusione della polio a Gaza e oltre, in particolare nei paesi vicini, rimane alto. “Questa settimana – prosegue Khodr – abbiamo iniziato a rispondere. Unicef, Unrwa e Oms stanno lavorando instancabilmente per lanciare una campagna di vaccinazione a Gaza per 640mila bambini sotto i 10 anni”. Tuttavia, avverte, questo non sarà possibile “senza le pause umanitarie specifiche per ogni area, per garantire che gli operatori sanitari e i bambini possano partecipare alla campagna senza rischiare la vita. Le pause concordate sono state rispettate in questa prima fase, dando alle famiglie e agli operatori sanitari la fiducia necessaria per portare a termine il lavoro. Questo deve continuare. Senza una pausa per attuare le due fasi rimanenti della campagna, non riusciremo a proteggere i bambini di Gaza e metteremo a rischio altri bambini della regione. Dobbiamo raggiungere almeno il 90% di copertura vaccinale per impedire la diffusione del virus”.

 

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