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Polonia: ora di religione, riapre la scuola tra le polemiche. L’appello dei vescovi

Il governo vorrebbe limitare dal prossimo anno l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole a una sola ora, rispetto alle due attuali. Un messaggio dai vescovi: "Scegliendo di partecipare all'ora di religione potete dare una bella testimonianza della vostra fede". Numeri in calo per le lezioni, che sono facoltative, mentre avanza la secolarizzazione…

(Foto Siciliani - Gennari/SIR)

“Cari studenti, vi invitiamo a partecipare alle lezioni di catechesi a scuola. Approfittate di quell’occasione per conoscere meglio Dio. Se ci sarà bisogno, cercate anche di superare delle difficoltà. Scegliendo di partecipare all’ora di religione potete dare una bella testimonianza della vostra fede”: lo hanno ricordato i vescovi polacchi all’inizio del nuovo anno scolastico che tradizionalmente in Polonia prende avvio all’inizio di settembre.

Voci discordanti. Il suono della campanella questa volta è accompagnato da voci discordanti del ministro dell’Educazione, Barbara Nowacka, del presidente della Repubblica, Andrzej Duda, e dei vescovi in relazione alle modalità dell’insegnamento della catechesi negli istituti di ogni ordine e grado. Il governo, suscitando le proteste dei vescovi, lo sdegno di una parte della società civile nonché le critiche del Capo dello Stato, dal 2025 intende limitare a una sola ora le due lezioni di religione settimanali, per altro facoltative, agevolando sin da quest’anno l’unificazione delle diverse classi nel caso di gruppi di studenti poco numerosi, e togliendo il voto di religione dallo scrutinio finale annuo.

Credenti, praticanti. L’ora di religione venne reintrodotta nelle scuole polacche più di trent’anni fa per volere della maggior parte della società civile che ai tempi delle rivolte di Solidarnosc reclamava anche le trasmissioni radiotelevisive delle liturgie domenicali, fino allora vietate dal regime comunista alla pari dell’insegnamento della religione. Nell’ultimo ventennio però, come attestano molteplici studi, il numero di fedeli polacchi è diminuito dal 96 all’88 per cento, i cattolici praticanti sono calati di un terzo e solo il 9 per cento della popolazione si dichiara “profondamente credente”.

Meno studenti. I dati sia dell’Istituto di statistica della Chiesa sia del ministero dell’Educazione dimostrano inoltre un calo costante di studenti che seguono le lezioni di catechesi. Nelle scuole elementari sono circa l’80 per cento, ma gli studenti interessati scendono al di sotto del 60 per cento nelle superiori, specialmente a Varsavia, Danzica, Breslavia e altre grandi città. In alcune regioni, negli istituti di secondo grado, il numero di studenti che decidono di partecipare all’ora di religione non supera il 35 per cento. Alcuni opinionisti sottolineano che l’eliminazione del voto di religione dal computo della media annuale possa accelerare un’ulteriore “fuga” di studenti dalla catechesi.

Cambiano i numeri. Come affermano gli autori del rapporto sullo stato dell’arte della Chiesa polacca pubblicato dall’agenzia Kai, la secolarizzazione colpisce in modo particolare i giovani al di sotto dei 24 anni. Nel 2022 solo il 4 per cento di giovani polacchi si definiva “profondamente credente”. Quasi un terzo di giovani (il 27 per cento) si considerano non credenti. Il fenomeno viene in qualche misura confermato dal calo del numero degli studenti nei seminari. Nell’anno 2000 in Polonia vi erano quasi 7mila giovani seminaristi. All’inizio del 2023 il loro numero è sceso drasticamente a 2mila, costringendo addirittura a chiudere alcuni fra gli istituti più prestigiosi come quello di Łowicz, diocesi per decenni considerata uno fra i più importanti centri del cattolicesimo polacco.

In cerca di Dio. Come riporta la Kai, i giovani della generazione 4.0, che durante le vacanze hanno partecipato in migliaia a numerosissimi festival e manifestazioni a carattere religioso e che hanno così potuto “sperimentare l’energia di una Chiesa viva”,desiderano soprattutto conoscere Dio attraverso argomentazioni che aiutino loro a scoprire la propria fede. Vogliono trovare nella Chiesa “il sostegno in situazioni di crisi” e anche “delle indicazioni su come vivere”.

Sacerdoti e insegnanti. La Chiesa cattolica in Polonia conta oggi quasi 35mila sacerdoti che lavorano nelle 10.352 parrocchie suddivise tra 45 diocesi. Alcuni operano anche come insegnanti nelle scuole e insieme agli insegnanti di religione laici ora attendono la soluzione definitiva del contenzioso in atto. L’arcivescovo di Varsavia card. Kazimierz Nycz, che per 15 anni in seno alla Commissione di dialogo Chiesa-Stato si occupava delle questioni di catechesi ora teme il caos che in mancanza di un accordo sull’ora di religione dominerà nelle scuole del Paese.

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