Messico: vescovi e Dialogo nazionale per la pace alle autorità politiche, “non abbandoniamo minoranze e territori”

La Conferenza episcopale messicana (Cem) e altre realtà che promuovono il “Dialogo nazionale per la pace” (religiosi, Compagnia di Gesù e laicato) si rivolgono ai governanti in un momento particolarmente importante e delicato. Ieri, il presidente della Repubblica, Andrés Manuel López Obrador, ha presentato l’ultimo rapporto ufficiale relativo al suo mandato, che scadrà il 30 settembre, dato che dal 1° ottobre inizierà la presidenza di Claudia Sheinbaum, in continuità con l’attuale capo dello Stato. In Parlamento si attende l’approvazione di importanti riforme costituzionali, tra cui quella della Giustizia, in un clima di diffuse proteste, nel Paese. Resta, poi, irrisolta, in vaste zone del Paese, l’emergenza criminalità, nonostante il presidente abbia assicurato che gli omicidi sono calati del 18%.
“La sfida più grande di una democrazia – si legge nella nota dei vescovi e degli altri soggetti ecclesiali – non è ottenere la maggioranza alle urne, ma rendere visibili e dare voce alle minoranze politiche, sociali, religiose e culturali”.
Ancora: “Chiapas, Michoacán, Guanajuato, Guerrero e tanti altri Stati chiedono a gran voce di non essere abbandonati. La barbarie attraversa i loro comuni nella totale impotenza verso coloro che sono stati espulsi dalle loro terre, dai loro sogni, dalle loro famiglie, dalla vita stessa”.
Da qui, una serie di richieste: “Chiediamo di rendere visibile e di occuparci di ogni minoranza. Chiediamo la costruzione di gruppi di lavoro nei comuni e negli Stati che permettano ai cittadini e al governo di lavorare insieme. Ci offriamo di accompagnare questi processi con le nostre possibilità. Chiediamo all’Esercito messicano, alla Guardia nazionale e alla polizia di assumersi le proprie responsabilità e di non abbandonare coloro che vengono vessati. Una buona strategia di intelligence militare può disattivare le dinamiche criminali nei territori: mancano decisione e coordinamento. Chiediamo al Governo federale, sia all’Esecutivo sia al Legislativo, di aprirsi a un dialogo pluralistico, per trovare riforme che garantiscano il miglior funzionamento dei poteri e delle istituzioni. Chiediamo alla magistratura di difendere l’interesse supremo della nazione, del popolo e della legalità. Imploriamo i Governi statali e locali a fermare questa violenza ponendo fine alla corruzione nelle procure, nelle carceri e nelle direzioni della sicurezza. La soluzione è nelle loro mani”.

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