Diocesi: mons. Oliverio (Lungro), “il termine sinodalità non è un concetto vuoto o uno spot pubblicitario”

“Da qualche anno la nostra Chiesa che è in Lungro, in comunione con la Chiesa universale e con la Chiesa italiana, sta compiendo un cammino dove il termine ‘sinodalità’ non resta un concetto vuoto o uno spot pubblicitario. Sinodalità – questo mi preme diventi sempre più chiaro – è il ritrovarsi insieme nell’ascolto reciproco”. Lo ha detto oggi l’eparca di Lungro, mons. Donato Oliverio, introducendo l’Assemblea diocesana  in corso nella cattedrale di Lungro sul tema “Verso i 1700 anni del Concilio di Nicea”. Il presule ha sottolineato che già dallo scorso anno la eparchia aveva concepito l’Assemblea come uno dei momenti di “Chiesa-Sinodo” in preparazione al Grande Giubileo del 2025 che porta “insito il desiderio di celebrare una Pasqua comune come primo segno di unità tra Oriente e Occidente. E se il precedente anno ci siamo soffermati sul cammino comune dei cristiani dell’Oriente cristiano, in seno all’Occidente – ha detto – quest’anno mi pare necessario andare al nucleo della fede che professiamo ogni giorno nella Divina Liturgia e con la nostra vita”. L’anno ecclesiastico che sta per concludersi è stato – ha quindi detto – un anno dedicato interamente alla Divina Liturgia, sempre in preparazione al Giubileo, dal “momento che i cristiani sperimentano concretamente il loro camminare insieme, in primo luogo, nella celebrazione eucaristica, ossia
nella partecipazione alla liturgia celeste”. La sinodalità nella Chiesa vede nella Divina Liturgia “la sua fonte e il suo culmine”: le comunità che oggi fanno parte della eparchia di Lungro, per secoli, nella celebrazione della Divina Liturgia, hanno “vissuto la fedeltà al patrimonio di fede che avevano ricevuto, dando vita ad una tradizione che, nel XXI secolo, chiama la nostra Chiesa locale a una responsabilità nuova: camminare insieme per l’unità in Cristo, portando all’Occidente le peculiarità della spiritualità, della teologia, della liturgia di tradizione bizantina”. Parlando poi del Concilio di Nicea ha detto che esso ha costituito “un momento fondamentale nella vita della Chiesa, segnando un passaggio significativo nella definizione della fede, tanto da diventare nel corso dei secoli un costante punto di riferimento, soprattutto nel XX secolo quando i cristiani hanno iniziato a incontrarsi per superare divisioni e pregiudizi; proprio la comune professione di fede – ha spiegato mons. Oliverio – è stato un punto di partenza in dialoghi teologici e preghiere ecumeniche con le quali sostenere il cammino verso la piena e visibile comunione”. Nell’approssimarsi del 1700° anniversario della celebrazione di questo Concilio – ha aggiunto l’Eparca della diocesi di rito cattolico-bizantino – si stanno moltiplicando le voci di incontro tra Papa Francesco e il Patriarca ecumenico Bartolomeo nei luoghi del Concilio di Nicea per “rafforzare e rilanciare l’impegno ecumenico dei cristiani con la speranza che si possa, proprio dal prossimo anno, trovare la strada per celebrare la Pasqua nello stesso giorno, ogni anno”. Pr questo è “quanto mai necessario promuovere una conoscenza storico-teologica del Concilio di Nicea e della sua recezione per far comprendere quanto sia attuale e fecondo questo concilio per la vita quotidiana della Chiesa del XXI secolo, chiamata a confrontarsi con antiche e nuove sfide a livello universale e locale. Relatore dell’Assemblea dell’eparchia di Lungro il preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, don Francesco Asti, che interverrà sul tema “‘Generato, non creato, della stessa sostanza del Padre’. L’attualità della proposizione cristologica di Nicea: aspetti teologici e spirituali”.

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