Assegno unico: Bordignon (Forum), “le risorse stanziate per le famiglie sono un investimento collettivo”

(Foto Forum nazionale delle associazioni familiari)

“Cogliamo con favore la nota della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che smentiscono l’orientamento al taglio agli assegni per il figlio nella Manovra di bilancio”. Lo ha dichiarato in una nota Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari. “Come Forum delle famiglie, riteniamo sia necessario rafforzare e perfezionare l’assegno unico, nonché estenderlo oltre il 50% ai figli fino ai 21 anni ma anche ai figli in formazione accademica o professionale fino ai 26 anni. La sfida dell’invecchiamento demografico richiede ingenti risorse da destinare urgentemente ed in modo strutturale alle famiglie e alle giovani coppie”, ha osservato Bordignon. “Oltre ad un potenziamento dell’assegno e una sua estensione fino al 26° anno di età del figlio – ha aggiunto il presidente del Forum – è necessario potenziare i servizi per la prima infanzia, rendendoli meno onerosi con ulteriori risorse, ma anche rilanciando i Centri per la famiglia. Inoltre, crediamo sia fondamentale aiutare le giovani coppie e sostenere le imprese che applicano un welfare aziendale orientato alla famiglia”. In vista della prossima Manovra finanziaria “auspichiamo la prosecuzione del tavolo di confronto con il Governo per discutere degli interventi strutturali a sostegno delle famiglie. L’assegno unico rappresenta un contributo importante verso il riconoscimento del ruolo centrale della famiglia nella società e nella politica italiana, uno strumento per incentivare la natalità e contrastare l’inverno demografico, semplificare il sistema di welfare e garantire maggiore equità nella distribuzione delle risorse”. Bordignon ha concluso: “I fondi stanziati per le famiglie devono essere considerati come un investimento collettivo, non una spesa. L’assegno unico va difeso anche di fronte alle richieste dell’Europa incapace di riconoscerne la funzione pro-natalistica”.

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