“Circa due terzi (il 64%) delle bambine e dei bambini delle regioni ucraine in prima linea nella guerra non possono frequentare la scuola in presenza, ma seguono le lezioni a distanza, con tutti gli ostacoli (dalla scarsa connessione alla mancanza di strumenti idonei) dovuti al conflitto in corso”. È quanto emerge dal rapporto “I want a peaceful sky. Education and children’s wellbeing in wartime Ukraine”, pubblicato oggi da Save the Children. Il report – che si basa sulle testimonianze di circa 1.500 studenti, assistenti e insegnanti – rivela l’impatto drammatico che due anni di guerra su larga scala, che ha causato lo sfollamento di oltre il 25% dei 38 milioni di abitanti del Paese, hanno avuto sull’educazione in Ucraina.
Su 334 bambini intervistati in sei regioni vicine al fronte o al confine tra Ucraina e Russia – Chernihiv, Kharkiv, Donetsk, Dnipro, Zaporizhzhia e Mykolaiv – “221 (il 64%) hanno riferito di poter seguire le lezioni solo online, mentre appena il 15% ha frequentato la scuola in presenza e il 17% ha fatto ricorso una combinazione di entrambi”.
Nelle sei regioni in prima linea, sono circa 973mila le bambine e i bambini iscritti alle scuole. In queste regioni, gli istituti scolastici restano chiusi per il rischio di attacchi aerei e bombardamenti, mentre nel resto del Paese migliaia di scuole non possono riaprire a causa della mancanza di rifugi protettivi. Di conseguenza, quasi la metà dei bambini in età scolare in Ucraina – in totale circa 1,9 milioni di bambini – si affida alla didattica a distanza, a tempo pieno o parziale, secondo il Ministero dell’Istruzione.
Alcuni bambini intervistati non hanno avuto altra scelta se non quella di studiare online, utilizzando smartphone con schermi rotti, e molti di loro hanno segnalato la scarsa connessione a internet (79%), la mancanza di dispositivi elettronici per l’apprendimento (42%) e la carenza di elettricità (40%) come ostacoli significativi al loro apprendimento.