Migranti venezuelani a Panama e in Colombia: Romero (Onu) al Sir, “garantire i loro diritti, compresi quelli di associazione e riunione”

Secondo quanto comunicato domenica scorsa dalle autorità panamensi, più di 230.000 migranti irregolari hanno finora attraversato nel 2024 la giungla del Darién, il confine naturale tra Panama e Colombia che collega il Sud e il Centro America, per la maggior parte venezuelani (66%), seguiti da colombiani ed ecuadoriani. Un numero record, rispetto al quale cercano di rispondere i Governi, gli organismi internazionali e la stessa Chiesa.
Gina Romero, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di associazione e di riunione, a margine del seminario “Diritti e realtà dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti venezuelani in Colombia”, organizzato da Amnesty International a Bogotá dichiara al Sir: “Dobbiamo garantire i diritti ‘Cesr’, cioè i diritti economici, sociali e culturali dei migranti, i diritti alla libertà di espressione e di associazione. Dobbiamo trovare soluzioni per le comunità per garantire l’accesso al diritto all’istruzione, alla salute, alla casa per milioni di persone che migrano per avere accesso a una vita dignitosa, il fine ultimo dei diritti umani. Dobbiamo garantire il diritto di riunione pacifica, anche in strada, per garantire un esercizio più efficiente della libertà di espressione e di riunione con gli attori statali e non statali per rispondere all’applicabilità dei diritti umani. Dobbiamo fare in modo che anche in esilio si possano tenere incontri culturali, mantenendo la diversità delle culture anche per le nuove generazioni”.
Secondo relatrice Onu, “la libertà di associazione permette ai migranti di avere una vita dignitosa. Attraverso di essa, il sostegno umanitario si concretizza e facilita il godimento dei diritti alla salute, alla casa e all’istruzione. Una mappatura della diaspora venezuelana è utile per documentare le pratiche culturali che permettono l’esercizio della libertà di espressione e di riunione”.
Aggiunge Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani: “Hanno avuto un grande impatto in America Latina le affermazioni del card. Michael Czerny, che ha visitato il Centro di accoglienza per migranti Lajas Blancas, nel Darién panamense. ‘Abbiamo incontrato migranti che venivano dall’inferno e ora stavano tornando nella terra degli uomini’, ha detto. Sulla stessa linea di ricerca dell’accoglienza ma anche dell’integrazione lavorativa dei migranti, la nuova relatrice delle Nazioni Unite per il diritto di riunione, Gina Romero, ha partecipato al seminario organizzato a Bogotá da Amnesty International. Gesti e parole che offrono una narrativa diversa rispetto ai numerosi sindaci e amministratori, che in Colombia propongono, per esempio, di costruire muri al confine con il Venezuela o la deportazione di massa di venezuelani, facendo passare messaggi di xenofobia verso i due milioni e mezzo di migranti che provengono dal Paese confinante”.

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