Papa Francesco: ai capi scout, Agesci sia “palestra di vita cristiana, occasione di comunione fraterna, scuola di servizio al prossimo, specialmente ai più disagiati e bisognosi”

Con un’esortazione “ad attingere nuovo entusiasmo dalla fede in Gesù, maestro e amico, per proseguire con gioia il cammino umano e spirituale all’interno della Chiesa, testimoniando il Vangelo nella società”, inizia il messaggio che Papa Francesco ha inviato all’Associazione guide e scouts cattolici italiani (Agesci) in occasione della Route nazionale delle comunità capi 2024 che si è svolta a Verona dal 22 al 25 agosto.
I giorni di riflessione, l’auspicio del Pontefice, “possano favorire in ciascuno la consapevolezza di quanto sia delicato il vostro impegno educativo nei confronti di ragazzi, adolescenti e giovani che vanno accompagnati con sapienza e sostenuti con affetto. Ciò richiede una formazione di qualità per coloro che sono chiamati a svolgere questa importante missione: anzitutto la disposizione ad ascoltare e a empatizzare con gli altri, quale ambito in cui germina e dà frutti l’evangelizzazione”.
Si tratta, in particolare, “di sviluppare la capacità di ascolto e l’arte del dialogo, che sono naturalmente ancorati a una vita di preghiera, dove si entra in dialogo con il Signore, si sosta alla sua presenza per imparare da Lui l’arte dell’amore che si dona, di modo che poco a poco l’esistenza sia in sintonia con il cuore del Maestro”.
Le pagine del Vangelo, ha sottolineato il Santo Padre, “ci permettono di vedere come Gesù sapeva rendersi presente o assente, sapeva qual era il momento di correggere o quello di elogiare, di accompagnare o l’occasione per inviare e lasciare che gli Apostoli affrontassero la sfida missionaria. È in mezzo a questi, che potremmo chiamare, ‘interventi formativi’ di Cristo che Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni e il resto dei chiamati configurarono, poco a poco, la loro vita a quella del Signore”.
Per Francesco, “è necessario anche considerare l’impatto formativo che la vita e il comportamento dei formatori hanno sulle Branche che compongono l’Associazione. I formatori educano in primis con la loro vita, più che con le parole. La vita del formatore, la sua costante crescita umana e spirituale come discepolo di Cristo, sostenuto dalla grazia di Dio, è un fattore fondamentale di cui dispone per conferire efficienza al suo servizio alle giovani generazioni”. Di fatto, “la sua stessa vita testimonia quello che le sue parole e i suoi gesti cercano di trasmettere nel dialogo e nell’accompagnamento formativo”.
Rinnovando il suo apprezzamento all’Agesci, “rilevante realtà educativa nella Chiesa” e incoraggiando a fare sempre più dell’Associazione “una palestra di vita cristiana, occasione di comunione fraterna, scuola di servizio al prossimo, specialmente ai più disagiati e bisognosi”, il Papa ha rivolto invito: “Non lasciatevi paralizzare dalle difficoltà, ma mettetevi sempre in marcia alla ricerca del progetto che Dio ha su ciascuno”.

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