Domenica 25 agosto – XXI del Tempo Ordinario

Giovanni 6,60-69: “Signore, da chi andremo?”
Il giorno del grande scandalo

Siamo giunti alla fine del capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, che abbiamo ascoltato durante cinque domeniche. Il passo di oggi ci presenta la reazione dei discepoli di Gesù al discorso che egli aveva appena concluso, nella sinagoga di Cafarnao. Non si parla più della folla o dei giudei, ma del seguito dei discepoli che prendono posizione davanti all’affermazione di Gesù di essere il Pane/parola, cibo e bevanda disceso dal cielo.
Il brano si divide in due parti. Nella prima, troviamo il gruppo dei suoi seguaci che mormora: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Questi discepoli si scandalizzano e decidono di andarsene. Nella seconda parte del testo, Gesù interpella i Dodici, domandando loro: “Volete andarvene anche voi?”. Pietro si fa portavoce del gruppo e risponde: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Questo è un momento drammatico di crisi nel ministero di Gesù, che corrisponde a quello del suo insuccesso a Nazareth, riportato dai tre vangeli sinottici. Lì Gesù aveva reagito con lo stupore, qui con l’amarezza. Non crediamo che Gesù fosse insensibile alla reazione dei suoi ascoltatori! Anche lui ha sperimentato tutti i nostri sentimenti. In questo caso possiamo pensare che abbia provato tristezza, frustrazione e amarezza per la chiusura di cuore degli uditori.
Cosa dire dei Dodici? È la prima volta che compare il gruppo nel Vangelo di Giovanni. Forse nemmeno loro hanno capito granché e un miscuglio di pensieri e di sentimenti ha riempito di confusione la loro mente e il loro cuore. Pietro parla qui per la prima volta e con la sua professione di fede aiuta il gruppo a ritrovare la compattezza. Ma niente sarà come prima. Oltre l’incredulità e l’abbandono di molti, fluttua adesso sul gruppo la nube nera dell’annuncio di un tradimento.

Spunti di riflessione
1. “Sceglietevi oggi chi servire!”. Ci sono dei momenti in cui siamo costretti a prendere una decisione e a giocare la nostra vita. “Sceglietevi oggi chi servire!”, dice Giosuè alle dodici tribù riunite a Sichem (Giosuè 24). “Volete andarvene anche voi?”, chiede Gesù ai Dodici. Noi, purtroppo, talvolta tendiamo a procrastinare le decisioni e ad andare avanti con un piede in due scarpe, cercando di mantenere aperte tutte le possibilità. Ma “lentamente muore… chi salvar la vita vuole”!

2. “Anche se tutti ti abbandoneranno, io non ti abbandonerò mai!”. Colpisce il fatto che Gesù sia pronto a lasciar andare anche il gruppo dei Dodici e a riprendere la missione da solo. Solo, ma solido! Al momento supremo dirà: “Mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me” (Giovanni 16,32).
In questo momento storico in cui la fede cristiana non gode più il consenso sociale, quando si avvera, ancora una volta, la parola del Vangelo: “Molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non camminavano più con lui”, abbiamo bisogno di cristiani sinceri e generosi come Pietro. Dio voglia che, malgrado la coscienza della nostra fragilità, possiamo dire, in uno slancio di fiducia semplice come quella di un bambino: “Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai!” (Matteo 26,33).