Diocesi: mons. Seccia (Lecce) ai politici, “Sant’Oronzo vi chiede, oserei dire, vi ordina di amare la nostra città”

Il rito della processione “che per tradizione torna ogni anno il 24 di agosto non è una sterile pratica propiziatoria; né, tanto meno, una passeggiata nel cuore di una città che spesso avverto assente e lontana dalle ‘cose di Dio’; e ancor meno rappresenta una passerella per preti e politici, impreziosita dal luccichìo e dalla fama di questi tre artistici simulacri che passano in mezzo a due ali di folla incuriosita”. Lo ha affermato sabato sera mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, al termine della processione nella festa in onore dei santi Oronzo, Giusto e Fortunato, patroni della città pugliese. “Mi è capitato di incrociare gli sguardi di persone intente a scattare una foto o a girare un video da mandare agli amici, più che a essere concentrati a cogliere con il cuore la sacralità del momento che abbiamo vissuto insieme. No, fratelli e sorelle, amati dal Signore! Chi ci crede davvero, stasera ha compiuto un autentico atto di fede. Ha voluto, infatti, uscire allo scoperto e, attraverso questo breve pellegrinaggio, ha voluto dire a tutti, senza vergogna: ‘Io ci credo! Credo fermamente nelle verità del Vangelo. E guardo con ammirazione a questi tre santi – che non hanno rinnegato e tradito il Signore pur sotto la minaccia della morte -. Guardo a loro come a modelli da seguire e da imitare nella mia vita’”.
“Penso a loro stasera. E penso, cari fratelli e sorelle, ai tanti martiri di oggi che, forse inconsapevolmente, subiscono la stessa sorte. Penso alle persone che vivono da mesi o da anni con la paura di morire sotto le bombe e che fuggono dalla loro terra perché hanno perso la casa, il lavoro, gli affetti. Sono i martiri di oggi. Sono i martiri delle guerre più vicine a noi e sono i martiri delle guerre dimenticate perché non fanno audience e non attraggono gli interessi della politica internazionale e dell’alta finanza mondiale”.
L’arcivescovo ha poi affermato: “Care autorità, cari amici amministratori, cari ‘artigiani’ del bene comune, il nostro patrono questa sera torna a ricordarci che chi ama Dio, ama la città. […] Cari amici che avete ricevuto la fiducia e il consenso del popolo di Lecce, sant’Oronzo anche oggi vi chiede, oserei dire, vi ordina di amare la nostra città. Come si fa? Iniziate dai poveri, dai senza tetto, da chi brancola nel buio della disperazione, da chi ormai non ha più voce e non ha più coraggio ma che continua ad avere un grande desiderio di vita; una grande voglia soprattutto di liberazione dall’angoscia della disoccupazione”.
Dopo aver ricordato il problema-lavoro, Seccia ha detto: “Consentitemi, a questo proposito, di inginocchiarmi simbolicamente davanti a tutti i volontari che ogni giorno, nel silenzio e la gioia nel cuore, offrono un pasto caldo a chi non può permetterselo”.
E tornando al lavoro: “La buona politica – ha scritto Papa Francesco – è quella che ‘si preoccupa dei disoccupati’”. “Iniziate da loro, uomini e donne della politica. Iniziate da loro per costruire nella città degli uomini la tenda della speranza: alzate bene le antenne del vostro servizio e intercettate tutte quelle opportunità promosse – specie dall’Unione europea – che possano creare opportunità di lavoro e di benessere e garantire occasioni di rinascita per tanti nostri concittadini”.

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