Meeting Rimini: Matvijcuk (premio Nobel Pace), “occupazione è come la guerra, non riduce la sofferenza, la rende invisibile”

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Oleksandra Matvijcuk, Premio Nobel per la Pace 2022 (foto sir)

“Le persone in Ucraina vogliono la pace più di chiunque altro. Tuttavia, la pace non si può avere quando un Paese smette di lottare. Quella non è pace, quella è occupazione. E l’occupazione è come la guerra, ma sotto un’altra forma. L’occupazione non riduce la sofferenza umana, la rende semplicemente invisibile”. Lo ha detto ieri pomeriggio Oleksandra Matvijcuk, avvocata ucraina per i diritti umani e premio Nobel per la Pace 2022, intervenendo in collegamento video al panel del Meeting di Rimini dedicato al tema: “Se vuoi la pace, prepara la pace”, dedicato all’aggressione russa su vasta scala in Ucraina e ai tentativi diplomatici in atto. “Ho parlato con centinaia di persone che sono sopravvissute alla prigionia russa”, racconta l’avvocata. “Uomini e donne mi hanno raccontato storie terribili. Sono state picchiate, violentate, rinchiuse. Sono state tagliate loro le dita, sono state strappate le unghie. Hanno subito qualsiasi tipo di torture, anche scosse nei genitali. Hanno subito delle cose terribili. E l’occupazione non cambia le cose. Ci sono comunque tortura, violenza, diniego dell’identità nazionale”. A questo proposito, il premio Nobel della pace osserva: “Putin dice apertamente che il popolo ucraino non esiste. Che la lingua ucraina e la cultura ucraina non esistono, che noi siamo un popolo assieme alla Russia. Per 10 anni questa guerra ha fatto vedere delle pratiche terribili. Quando le truppe russe sono entrate ne territori occupati, hanno sterminato fisicamente tutte le persone più attive: preti, sindaci, giornalisti, volontari, ambientalisti, insegnanti, musicisti. È stata bandita la lingua e la cultura ucraina in quelle zone. Hanno bruciato i libri ucraini, hanno distrutto il patrimonio culturale ucraino, hanno preso bambini ucraini e l’hanno portati forzatamente in Russia per riformarli e rieducarli come russi. Pertanto, le persone in Ucraina non hanno nessun’altra scelta. Se smettono di resistere all’invasione russa, non ci saremo più, non esisteremo più. Abbiamo bisogno di una pace giusta e sostenibile, come il Papa Francesco ha detto molte volte nei suoi discorsi”.

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