Migranti: Camps (Open Arms), “più di 12.000 persone sono morte nel Mediterraneo centrale negli ultimi 5 anni”

“Sono passati 5 anni dalla Missione 65 di Open Arms. La Missione svoltasi nell’agosto del 2019 che vide 163 persone tratte in salvo, in 3 diverse operazioni di soccorso, costrette ad attendere di poter sbarcare in un porto sicuro senza apparente motivo per 20 interminabili giorni”. Lo ricorda una nota diffusa oggi. Sulla Nave Open Arms c’erano uomini, donne e bambini, in condizioni fisiche e psicologiche precarie e bisognosi di cure immediate. Tra questi anche 27 minori che viaggiano da soli (poi vengono fatti sbarcare grazie a un provvedimento del Tribunale per i minori di Palermo). Durante gli ultimi due giorni di questa difficilissima missione, 13 persone, prese dalla disperazione, si gettarono in mare e furono recuperate dai soccorritori di Open Arms in collaborazione con la Guardia Costiera italiana. Lo sbarco fu poi disposto dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio.
“In 5 anni la situazione nel Mediterraneo centrale non è cambiata, come riportato dall’Onu, questa si conferma la rotta più letale al mondo – ha detto Oscar Camps, fondatore della Ong Open Arms –. Più di 12.000 persone sono morte nel Mediterraneo centrale negli ultimi 5 anni (Missing Migrants). Secondo le fonti dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni, oltre 1.000 migranti sono morti o sono stati dichiarati dispersi in questa zona dall’inizio del 2024 a metà agosto. I numerosi provvedimenti presi dal Governo italiano, unitamente al nuovo patto europeo per i migranti, approvato dal Parlamento europeo lo scorso aprile, anziché promuovere l’integrazione delle persone, la solidarietà tra Stati e i diritti di chi migra, si focalizzano ancora una volta sul rafforzamento delle frontiere, facendo accordi con Stati come Libia e Tunisia che risultano totalmente inaffidabili e vanno solo ad aggravare le condizioni di partenza: non fermando assolutamente i traffici e portando chi è costretto a partire a ideare soluzioni drastiche e drammatiche”.
Secondo i dati del Cruscotto statistico sull’immigrazione, a cura del Ministero dell’Interno, “nei primi 8 mesi del 2024 sono arrivate in Italia oltre 38.000 persone via mare, la maggior parte di loro soccorsa dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza”, ricorda Open Arms, evidenziando che “le statistiche mostrano che, delle persone salvate e portate in Italia negli ultimi 5 anni, in media solo una piccola percentuale inferiore al 10% sono salvate da organizzazioni umanitarie. La maggior parte delle imbarcazioni giunge con mezzi propri o con il soccorso della Guardia Costiera o della Guardia di Finanza”.
“Il numero di morti nel Mediterraneo dimostra il fallimento degli accordi tra i Paesi sulle politiche migratorie e la necessità di un’operazione di salvataggio nel Mediterraneo, in questo contesto il compito delle organizzazioni umanitarie è essenziale”, conclude Open Arms, che chiede che “queste operazioni trovino il consenso e il supporto degli Stati membri della Ue, con un vero e proprio sistema di ricerca e soccorso in grado di far diminuire i numeri qui elencati”.

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