La visita del ministro della Giustizia Carlo Nordio alla Casa di reclusione femminile della Giudecca in programma domani, solennità dell’Assunzione al cielo della Beata Vergine Maria, “è occasione per ribadire l’impegno e le azioni di sostegno al mondo carcerario veneziano da parte del Patriarcato di Venezia attraverso i progetti messi a punto e rilanciati in questi mesi”. È quanto si legge in una nota appena diffusa dal Patriarcato. “La Chiesa che è in Venezia intende, infatti, mantenere viva la memoria della visita pastorale di Papa Francesco – che il 28 aprile scorso ha visitato la chiesa e la città e che si è caratterizzata anche per il gesto significativo compiuto nella casa di reclusione femminile della Giudecca in occasione dell’inaugurazione del Padiglione della Santa Sede per la Biennale – proseguendo e intensificando la collaborazione con il Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione, il ministero della Giustizia e il Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria”, prosegue la nota.
“Casa San Giovanni XXIII” – nei pressi di piazzale Roma a Venezia, con il progetto “Dal carcere alla comunità” – è un segno tangibile dell’impegno profuso per l’azione di educazione e reintegrazione sociale di coloro che sono sottoposti a misure detentive per favorire l’esecuzione penale esterna e la promozione umana e l’integrazione sociale di persone svantaggiate. Grazie alla convenzione sottoscritta lo scorso aprile tra il Patriarcato di Venezia – mediante la Caritas diocesana – e la società cooperativa sociale Nova, la Chiesa di Venezia ha già messo a disposizione 10 posti a favore di persone in esecuzione penale: accanto ai 5 posti già disponibili per donne, presto ne saranno disponibili altri 5 per uomini così da coprire l’intero numero di posti assegnato al territorio veneziano.
In occasione della visita pastorale di Papa Francesco a Venezia, presso la “Casa San Giuseppe” alle Muneghette (nella zona di Castello) sono stati predisposti 8 minialloggi – “Dimora Betlemme” – per persone in momentanea difficoltà abitativa; alcuni di questi sono destinati con particolare attenzione alle situazioni di maggiore fragilità che interessano la realtà femminile di reclusione e piccoli nuclei familiari con la presenza di minori. A partire dai primi mesi del 2025 il Patriarcato di Venezia interverrà ulteriormente, mediante la Caritas e con la collaborazione di realtà cooperative già impegnate nel settore del co-housing e del social housing, predisponendo ulteriori 20 posti in minialloggi con servizi comuni ed accompagnamento sociale per soggetti maschili che si trovano in difficoltà abitativa o inseriti in progetti di reinserimento a seguito di misure detentive.
Il patriarca di Venezia – interfacciandosi personalmente con realtà imprenditoriali del tessuto produttivo veneto e le locali Camere di Commercio, anche mediante il coinvolgimento della Fondazione Marcianum – sta promuovendo una rete di soggetti imprenditoriali disponibili ad attivare percorsi e opportunità che favoriscano il reinserimento lavorativo di donne e uomini che si trovano nel periodo terminale delle misure detentive. Processi e progettualità che “vanno ad offrire prospettive di reinserimento e nuova dignità alle persone ospiti delle case di reclusione e alle rispettive famiglie”, quotidianamente già “accompagnate e assistite, anche al termine delle misure detentive, mediante le due cappellanie presenti nella struttura della Giudecca e in quella di Santa Maria Maggiore”, conclude la nota.