“Martiri perché operatori di pace”: è l’ultimo punto affrontato, stamattina, da mons. Francesco Neri, arcivescovo di Otranto, nell’omelia della messa per i martiri di Otranto. “La via da percorrere per una terra che assomigli di più al Cielo – ha detto – è l’amore. I martiri hanno messo in pratica l’insegnamento dell’apostolo Paolo nella Lettera ai Romani: ‘Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene’ (12, 21)”. Il presule ha evidenziato: “Il male purtroppo c’è ed opera. Ma, come ha insegnato ancora Papa Francesco, ‘c’è in mezzo a noi Qualcuno che è più forte del male, più forte delle mafie, delle trame oscure, di chi lucra sulla pelle dei disperati, di chi schiaccia gli altri con prepotenza… Qualcuno che ascolta da sempre la voce del sangue di Abele che grida dalla terra. I cristiani devono dunque farsi trovare sempre sull’altro versante del mondo, quello scelto da Dio: non persecutori, ma perseguitati; non arroganti, ma miti; non venditori di fumo, ma sottomessi alla verità; non impostori, ma onesti’ (28 giugno 2017)”. Così, ha chiarito mons. Neri, “hanno scelto di essere Antonio Primaldo e i suoi compagni, nel 1480, e così siamo chiamati ad essere noi nel 2024. Essi ci spingono a seguire la loro via di cristiani fedeli al Cielo e fedeli alla terra, perseverando sino alla fine nella sequela di Gesù e della Croce. L’amore è l’ultima parola, quella che Dio si è riservata nella risurrezione di Gesù, principio della nuova creazione e del rinnovamento dell’umanità. L’amore è più forte del male. In ogni situazione in cui l’amore vince, si anticipa il mondo nuovo, nuovo della novità dell’amore. Perciò i martiri ci sostengono e ci dicono: ‘Voi, fratelli, non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene'”.
E rivolgendosi direttamente ai santi martiri, “nostri padri e fratelli”, l’arcivescovo ha concluso: “Vi benediciamo per la vostra testimonianza di amore al Signore e alla nostra città, di amore al Cielo e alla terra. Intercedete per noi il dono della fede e della speranza. Sosteneteci nel martirio della quotidianità. Mettete nel nostro cuore la gioia di poter fare della vita e della morte un dono, la gioia che era nel vostro cuore, la gioia che era nel cuore del Signore Gesù”.