Aggiornamenti Sociali: p. Riggio (direttore), “disinnescare la retorica della violenza in politica”

“Come ogni sistema politico, anche le democrazie occidentali hanno dovuto fare i conti con la violenza presente nella società, a cui hanno cercato di dare risposte proprie e originali, partendo da una lettura delle cause che possono scatenarla”. Lo si legge nell’editoriale del nuovo numero di “Aggiornamenti Sociali”, firmato dal direttore, padre Giuseppe Riggio, e intitolato “Disinnescare la retorica della violenza in politica”. Riggio parte dal recente attentato a Trump e ricostruisce i segni della violenza in politica negli Stati Uniti e in Europa. “Tra le soluzioni emerse ne ricordiamo alcune. Innanzi tutto, l’elaborazione del concetto di Stato di diritto come criterio fondamentale nell’azione politica, quale presidio a difesa dei diritti civili, politici e sociali dei cittadini secondo una visione garantista dello Stato. Poi la scelta del meccanismo della rappresentanza parlamentare, ampliatasi progressivamente attraverso l’estensione del diritto di voto a fasce sempre più ampie della popolazione, e il riconoscimento e il sostegno da parte dello Stato ai corpi intermedi”. “In filigrana, riconosciamo il bando della violenza, che non può essere una dimensione ordinaria della vita insieme”. Il direttore sottolinea: “Il modo in cui è stata intesa la violenza nella democrazia, in particolare quella che si manifesta in politica, si può equiparare a una febbre che scuote il corpo sociale. Non è la malattia, ma la manifestazione di un malessere con una radice più profonda: l’esclusione o l’irrilevanza, oggettive o percepite, in cui alcune fasce della società si sentono confinate quando si tratta di affrontare le questioni che riguardano la vita pubblica. Se in politica la dimensione conflittuale è intrinseca, occorre individuare gli strumenti opportuni affinché non deflagri in violenza”. Più oltre aggiunge: “I molteplici episodi in cui oggi il dissenso politico si traduce nel ricorso alla violenza confermano la fragilità della democrazia in Occidente. Al contempo interroga la reazione repressiva sproporzionata nei casi delle proteste nonviolente per il clima, come riconosciuto anche dalle Nazioni Unite, mentre vige una tolleranza implicita per le forme di violenza organizzata nel mondo del calcio. È come se non fossimo in grado di distinguere tra le diverse proteste, dando risposte pregiudiziali e diverse in base a chi ne è autore”. Tra le cause di questa situazione vi è il radicarsi di una polarizzazione estrema nel dibattito politico e sociale. […] Tra le conseguenze della polarizzazione vi è il ricorso a un linguaggio belligerante nella retorica delle parole e delle metafore impiegate, incentrato sulla dialettica noi-loro”.
“A fare le spese di questo scenario è la democrazia, che non è solo un dato tecnico, la forma di governo che abbiamo scelto in Occidente”. Qui per leggere l’editoriale.

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