Bangladesh: preoccupazione per gli attacchi alle minoranze, soprattutto indù

In Bangladesh, dopo le proteste di massa degli studenti e la destituzione della premier Sheikh Hasina, alcuni gruppi per i diritti umani stanno segnalando attacchi contro le minoranze, soprattutto indù. Al posto di Hasina, come indicato dagli studenti, il premio Nobel per la pace Mohammad Yunus ha accettato il ruolo di Chief Adviser, la funzione di capo del governo per 90 giorni durante la transizione tra un governo eletto e il successivo. La stampa locale segnala attacchi a imprese e case di proprietà di indù o contro gli uffici dell’Awami League, il partito di Hasina. “Almeno 97 case e negozi di persone appartenenti a minoranze sono state attaccati, vandalizzati e saccheggiati tra lunedì e martedì”, ha detto Rana Dasgupta, segretario generale del Bangladesh hindu buddhist christian unity council. Almeno 10 templi indù sono stati attaccati ed un uomo di religione indù è stato picchiato a morte nel distretto di Bagerhat, nel sud del Bangladesh, ha riferito un funzionario dell’ospedale che ha chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza. Alcune foto postate su X mostrano però anche dei cordoni di sicurezza di musulmani per impedire attacchi ai templi indù.
L’ambasciata degli Stati Uniti a Dhaka ha invitato alla “calma”, in un post su X esprimendo preoccupazione “per le notizie di attacchi contro minoranze religiose e siti religiosi in Bangladesh”, a cui si è unito l’ambasciatore dell’Unione europea in Bangladesh Charles Whiteley, con un “appello urgente a tutte le parti affinché esercitino la moderazione, respingano la violenza tra comunità e difendano i diritti umani di tutti i bengalesi”. Nirmol Rozario, presidente dell’Associazione cristiana del Bangladesh, ha raccontato ad AsiaNews che “alcuni malviventi hanno sottratto gli animali domestici di persone che sostenevano la Lega Awami. Diverse famiglie cristiane hanno riferito che le loro case sono state vandalizzate. Questo non dovrebbe accadere. Chiedo la sicurezza delle minoranze”. Secondo AsiaNews anche le scuole missionarie delle diocesi di Dhaka e Khulna e l’ufficio della Caritas nella capitale sono stati attaccati.
Il card. Patrick D’Rozario, arcivescovo emerito di Dhaka, ha chiesto di ristabilire la pace: “Siamo molto rattristati e i nostri cuori sono addolorati per il numero di vittime di vite umane. Stiamo assistendo ad azioni di vendetta contro le persone legate al precedente regime, e alla distruzione di proprietà nazionali e individuali. Preghiamo tutte le persone di rispettare e onorare le nostre tradizioni e il patrimonio in cui siamo tutti radicati. In questo momento critico il nostro unico obiettivo è la pace. La violenza genera violenza. Perciò evitiamo ogni tipo di vendetta e optiamo per la pace”. Il bilancio dei morti totali dall’inizio delle proteste è di oltre 440 persone, con più di 10mila arresti.

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