Stasera, alle ore 19.30, presso la parrocchia di San Nicola Vescovo di Craco Peschiera (Matera) sarà presentato il volume “Il recupero del santuario della Madonna della Stella in Craco” redatto da don David Mannarella, canonico della cattedrale, in collaborazione con Marco Pelosi, vice direttore del Museo diocesano di Matera, e dell’architetto Nicola Camporeale, progettista e direttore dei lavori. Ad aprire l’incontro il parroco. don Alberto Delli Veneri.
“La presente pubblicazione è la naturale conclusione da una parte del mio decennale mandato di presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero della diocesi di Matera-Irsina, che tra i vari fronti, mi ha visto impegnato nel recupero e nella valorizzazione del grande patrimonio artistico-religioso; dall’altro nell’offrire a quanti lo desiderano una conoscenza precisa della storia e del recupero del santuario della Madonna della Stella in Craco”, spiega don Mannarella, presentando la sua opera.
La pubblicazione “è divisa in tre sezioni: una prima curata dallo scrivente sugli aspetti teologici e cultuali che i cristiani hanno nei confronti della Madonna; una seconda curata da Marco Pelosi sugli aspetti storici della Chiesa oggetto del presente studio; una terza curata dall’architetto Nicola Camporeale sugli interventi operati sulla stessa Chiesa che ne hanno permesso una piena riqualificazione e riapertura al culto”, aggiunge il canonico della cattedrale.
Il presente testo rientra, primo della collana, in una serie di “Quaderni” del santuario di San Francesco di Paola in Matera, che accompagna il lettore nella conoscenza, a volte nella scoperta, di siti poco conosciuti o di cui si è persa la memoria. “Così facendo, il santuario di San Francesco di Paola, oltre all’aspetto cultuale, cura anche l’aspetto culturale, aiutando il lettore ad approfondire le proprie origini e a consolidare, in un contesto storico sempre più privo di valori reali, il proprio esistere e il suo rapportarsi nella società, non tanto e non solo come persona, ma come cristiano”, conclude don Mannarella.