Ecospiritualità: Romano (Facoltà avventista di teologia di Firenze), “il sogno di Dio è abitare in mezzo alle sue creature”

“Possiamo parlare di una ecospiritualità perché il sogno di Dio è abitare in mezzo alle sue creature. L’incarnazione è il modello di immedesimazione con il terreno, con l’umano e con il creaturale”. Lo ha detto Davide Romano, teologo e pastore, direttore della Facoltà avventista di teologia di Firenze, intervenendo al panel “Ecospiritualità tra bellezza e grido” durante la 60ª sessione di formazione ecumenica del Sae, al Monastero di Camaldoli. Per il teologo non è possibile rinunciare a ogni forma di antropocentrismo ma “possiamo e dobbiamo essere interpreti di un antropocentrismo critico, culturalmente consapevole della propria parzialità. L’essere umano non è solo e non è bene che creda di salvarsi da solo. È necessario creare e riscoprire una grammatica della solidarietà tra le creature, in un mondo in cui il peccato mette comunque le creature in una tensione competitiva tra di loro”.
Romano ha messo in guardia: “Se pensi che sarai tu creatura a salvare il mondo, hai scollegato la tua fede da una reale centralità di Dio. L’apocalittico è colui che vede l’ambiguità delle realtà create, è colui che attende, prega e resiste sapendo che Dio è colui che era, che è, che viene e che ritorna. L’apocalittico sa che in questo mondo ci sono delle lotte, dei poteri; siamo al centro di uno scontro e questa dimensione non può non informare anche i nostri slanci utopici che rischiano di fallire perché non vedono la realtà del conflitto. Credo che l’impegno per un reincanto del mondo, come a volte sembra di scorgere in alcune ecoteologie, è un progetto ambizioso e legittimo, però rimango tiepido. Per contro non mi rassegno neanche alla bellezza del drammatico. Consapevoli della brutalità che c’è nella natura dobbiamo impegnarci con spirito di preghiera affinché la creazione e noi creature impariamo il linguaggio della solidarietà, e non posso non celebrare questo spirito della creazione con un modello che mi ha molto entusiasmato, Adriana Zarri. Una teologa che prima di altri ha detto delle cose importantissime anche in ordine al nostro tema, ad esempio la sua teologia degli animali”. Il primo pensiero estratto dagli scritti della Zarri dice: “Se la fondamentale categoria dell’alleanza ingloba il mondo animale, ciò significa che le bestie entrano a pieno diritto nella storia della salvezza, vengono assunte dal Cristo e unite alla sua risurrezione dimoreranno sotto i cieli nuovi e la terra nuova, dove abiterà la giustizia”. Il secondo pensiero della teologa che Romano ha citato è una preghiera: “Scrostaci, o Dio, la triste polvere dell’inquietudine, della stanchezza, del disincanto. Dacci la gioia di svegliarci ogni mattina con gli occhi stupiti per vedere gli inediti colori di quel mattino, unico e diverso da ogni altro, con mani nuove per toccare le cose e riceverne quasi l’impronta sulla carne, con curiosità perenne e stupore incontaminato”.

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