Democrazia: mons. Toso (Faenza-Modigliana), “sua rigenerazione avviene mediante il recupero dei valori morali, spirituali e culturali”

“La democrazia non gode di buona salute: chiamati a rigenerare la democrazia”. È partito da qui mons. Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, nel suo intervento, nei giorni scorsi, presso la parrocchia San Ponzano di Olbia. La serata, tenutasi nell’ambito del ciclo “Olbia sotto le stelle” ha avuto per tema “L’impegno per la democrazia”, ricorda “Il Piccolo” di Faenza, che riporta il discorso integrale del vescovo. “Si tratta di una crisi profonda che non riguarda solo il piano delle istituzioni”. Ma, ha avvertito il presule, “la crisi della democrazia maggiormente preoccupante è la crisi etico-culturale” e “una democrazia senz’anima è destinata ad implodere”. Di qui la necessità “di dare un’anima etica alla politica e alla democrazia”. Su questo versante di azione per i cattolici, ma anche per gli uomini di buona volontà, ha avvertito mons. Toso, “diventa cruciale l’importanza dell’insegnamento sociale della Chiesa che, con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI insegna a combattere la dittatura del relativismo”. Occorre, in particolare, che “l’economia non abbia il primato sulla politica, ma si ponga a servizio della seconda, ossia del bene comune. Occorre che la vita civile e politica non sia guidata da un’etica di terza persona, ossia un’etica che, avendo perso come punto di riferimento il télos umano, riduce la vita morale ad un insieme di norme e di precetti da osservare e nulla più. La democrazia per realizzare la liberazione e l’umanizzazione di tutti i cittadini e, quindi, per essere democrazia inclusiva, ad alta intensità come ha scritto Papa Francesco, deve riannodare i legami della libertà con la verità del bene della persona. La rigenerazione della democrazia avviene mediante il recupero dei valori morali, spirituali e culturali, specie quando unisce i diritti ai doveri”.
Il vescovo h osservato: “Se la democrazia – non tanto (o solo) come forma di governo – è strettamente connessa con la parte migliore della persona, ed è per questo una sfida dell’uomo a sé stesso, è chiaro che tutto ciò che guarisce il cuore dei cittadini e li rende capaci di amare il popolo come ama Cristo, guarisce anche le democrazie a ‘bassa intensità’ mantenendole società aperte ed inclusive, specie dei più poveri. La carità sociale e la fraternità liberano le democrazie dalla cultura dello scarto che, come ha detto Papa Francesco a Trieste in occasione della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia (7 luglio 2024), costruisce città e democrazie dove non c’è posto per i poveri, i nascituri, le persone fragili, i malati, i bambini, le donne, i giovani, i migranti, i vecchi, la giustizia sociale. Uno Stato, ha aggiunto il Pontefice citando Aldo Moro, non è veramente democratico se non è al servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali integra la propria personalità”.

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