Perù: mons. Castillo (Lima) nell’omelia davanti a presidente Boluarte, “mega-progetti, ma nostra gente continua ad avere bisogno di cibo. Urgente forgiare Stato veramente democratico”

(Foto arcidiocesi di Lima)

Il Perù ha celebrato ieri l’anniversario dell’indipendenza con una messa nella cattedrale di Lima, alla presenza della presidente della Repubblica, Dina Boluarte, e delle massime autorità politiche, civili, militari e di polizia del Paese. La messa e il Te Deum sono stati presieduti dall’arcivescovo di Lima e primate del Perù, mons. Carlos Castillo Mattasoglio. Tra i concelebranti, mons. Paolo Rocco Gualtieri, nunzio apostolico in Perù, e mons. Miguel Cabrejos, presidente della Conferenza episcopale peruviana.
Facendo riferimento al Vangelo della domenica, dedicato alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, mons. Castillo, durante l’omelia, pervenuta al Sir, si è chiesto: “Com’è possibile che ci siano investimenti con mega-progetti, e che la nostra gente continui ad avere urgente bisogno di cibo (il 43,1% dei bambini è anemico, il 51% soffre o rischia di soffrire la fame), di acqua (10 milioni di peruviani poveri non hanno né acqua né fognature), di medicine, di un lavoro dignitoso (il 18% dei giovani non studia né lavora), di un’istruzione di qualità, della sicurezza dei cittadini (il 60% delle piccole imprese subisce estorsioni), di un’ecologia sostenibile e sana; e, naturalmente, del bisogno di conforto, di amicizia, di riconoscimento, di rispetto e di promozione della dignità e della giustizia? Si può produrre molto, ma questo non impedisce l’esclusione dei più vulnerabili. È urgente rafforzare e forgiare uno Stato veramente e ampiamente democratico, che promuova il Bene comune e combatta l’evasione fiscale e la disattivazione o l’abuso delle istituzioni, perché esse sono destinate a curare, promuovere e difendere le persone. Chi usa e corrode lo Stato, privilegiando i propri interessi, vive nella slealtà istituzionale”.
Ha proseguito l’arcivescovo. “Fratelli e sorelle, il Perù è tornato a essere un’attrazione mondiale per le sue ricchezze: prima l’oro, poi il guano e il salnitro, poi il rame, poi il petrolio e ora i minerali della tecnologia moderna. Ma non siamo riusciti a costruire una società democratica, senza che tanti peruviani si sentissero così esclusi e discriminati”. Secondo mons. Castillo, “sta arrivando un tempo propizio per trovare possibilità adeguate, forgiando il bene comune di tutti i peruviani. Che le elezioni del 2026 siano una grande opportunità per tutti i settori di essere efficacemente rappresentati”, con un appello particolare ai giovani.

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