La Relazione sullo stato di diritto, presentata oggi dalla Commissione europea, riserva osservazioni e raccomandazioni per tutti i Paesi Ue. Amplissimo il documento specifico sull’Italia (48 pagine). Fra l’altro, vi si legge che l’Italia, rispetto alle raccomandazioni ricevuto lo scorso anno, “ha compiuto ulteriori progressi nel proseguimento degli sforzi volti a migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione nelle sedi penali e nelle procure; ulteriori progressi nell’adozione di norme complessive sui conflitti di interessi e nessun ulteriore progresso nell’adozione di disposizioni sul lobbying; nessun ulteriore progresso nell’affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e nell’introduzione di un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne; nessun ulteriore progresso nel portare avanti il processo legislativo di riforma e introduzione di garanzie per il regime della diffamazione e la protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee in materia di protezione dei giornalisti; nessun ulteriore progresso nel proseguimento degli sforzi per costituire un’istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite”. Ciò premesso, e alla luce di altri sviluppi verificatisi nel periodo di riferimento, oltre a ricordare gli impegni assunti nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, si raccomanda all’Italia di: “proseguire gli sforzi volti a migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione nelle sedi penali e nelle procure”; “adottare le proposte legislative in sospeso sui conflitti di interessi e adottare norme complessive sul lobbying”; “affrontare efficacemente e rapidamente la pratica di incanalare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne”; “portare avanti il processo legislativo del progetto di riforma sulla diffamazione e sulla protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di incidenza negativa sulla libertà di stampa”; “provvedere affinché siano in vigore disposizioni o meccanismi che assicurino un finanziamento dei media del servizio pubblico adeguato per l’adempimento della loro missione di servizio pubblico e per garantirne l’indipendenza”; “intensificare gli sforzi per costituire un’istituzione nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite”.