Commissione Ue: Relazione sullo stato di diritto. Passi avanti, ma rafforzare indipendenza della magistratura

La relazione annuale sullo stato di diritto, pubblicata oggi dalla Commissione europea, si articola in quattro temi: sistemi giudiziari nazionali, quadri anticorruzione, libertà e pluralismo dei media e “altre questioni istituzionali relative al bilanciamento dei poteri”. Sul primo tema si legge: “Le riforme nel settore della giustizia sono rimaste ai primi posti nel programma politico dell’ultimo anno: molti Stati membri hanno dato seguito alle raccomandazioni del 2023 e hanno attuato le riforme concordate nel contesto del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Vari Stati membri hanno avviato, o proseguito, importanti riforme per rafforzare l’indipendenza della magistratura. Hanno preso iniziative legislative volte ad accrescere l’indipendenza e l’efficacia dei consigli di giustizia, a migliorare le procedure di nomina dei giudici, compresi quelli dei supremi organi giurisdizionali, o a rendere più autonome le procure. D’altra parte persistono alcuni problemi sistemici relativi all’indipendenza della magistratura e si osservano specifici casi di peggioramento”. La relazione raccomanda agli Stati membri di affrontare questioni quali la necessità di garanzie nelle procedure di nomina dei giudici, l’autonomia della procura o la necessità di fornire risorse adeguate alla magistratura, compresi gli stipendi.
A proposito dei quadri anticorruzione: “Secondo i risultati delle indagini Speciale Eurobarometro e Flash Eurobarometro del 2024 sull’atteggiamento dei cittadini e delle imprese nei confronti della corruzione nell’Ue, la corruzione rimane fonte di grave preoccupazione sia per gli uni che per le altre. I risultati dell’indagine Speciale Eurobarometro mostrano che gli europei continuano a essere preoccupati circa le iniziative anticorruzione dei governi nazionali: il 65% dei cittadini ritiene che i casi di corruzione ad alto livello non siano perseguiti in misura sufficiente e soltanto il 30% considera efficace l’azione del governo contro la corruzione. Analogamente, il 51% delle imprese basate nell’Ue ritiene che le persone e le imprese coinvolte in pratiche di corruzione siano scoperte dalle autorità o ad esse segnalate”.
Rispetto allo scorso anno gli Stati membri, riferisce la Commissione, “hanno migliorato il panorama istituzionale per combattere meglio la corruzione, investendo fra l’altro maggiori risorse nelle capacità dei servizi di contrasto, delle procure e della magistratura. Occorre però intervenire di più per rafforzare i quadri di prevenzione, come quelli che disciplinano le attività di lobbying e il conflitto di interessi e le norme sulle dichiarazioni patrimoniali, e per garantire indagini e azioni penali efficaci nei casi di corruzione”.

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