L’arcivescovo di Buenos Aires, mons. Jorge Ignacio García Cuerva, e il vescovo di Santiago del Estero, mons. Vicente Bokalic Iglic, si rivolgono a “tutto il popolo di Dio” in occasione della decisione di Papa Francesco di trasferire la sede primaziale dell’Argentina a Santiago del Estero, compiendo così “un’importante riparazione nella storia ecclesiastica del nostro Paese”. I vescovi invitano “a vivere questa decisione papale con una profonda gioia di vivere nella verità, che sempre ci rende liberi, e anche come invito ad avere una visione integrante del territorio nazionale in una rinnovata finalità federale, anche a partire dalla struttura ecclesiale”.
La decisione papale del trasferimento ha il suo fondamento storico nel fatto che nel 1570 San Pio V creò l’allora chiamata diocesi di Tucumán, con sede in quella che oggi è l’antica città di Santiago del Estero. Questo, spiegano i vescovi, “avvenne perché, nel 1563, per ordine del re di Spagna, l’antica Tucumán fu separata dalla giurisdizione del Cile e passò sotto la giurisdizione dell’Audiencia de Charcas. Il documento pontificio che creò questa nuova giurisdizione ecclesiastica, per occuparsi pastoralmente del territorio separato dal Cile, è datato 14 maggio 1570. Fin dall’inizio, l’allora Diocesi di Tucumán comprendeva Córdoba, La Rioja, Catamarca, Tucumán, Santiago del Estero, Salta, Jujuy, Tarija e Nueva Orán. La cattedrale di questa prima diocesi, di quella che sarebbe poi diventata la Repubblica Argentina, era la chiesa di San Pietro e San Paolo, situata nel territorio dell’attuale Diocesi di Santiago del Estero”.