La diocesi di Rimini costituisce la propria prima Comunità energetica rinnovabile (Cer), rappresentando la seconda realtà diocesana a scegliere questa strada in Emilia-Romagna, dietro solo a Faenza. Il progetto, nato dalla costituzione di una cooperativa che viene sostenuta anche da sette parrocchie, dalla Fondazione Enaip, dall’associazione Madonna della Carità e dal Seminario di Rimini, è il traguardo di un percorso durato circa due anni, cominciato con la partecipazione della diocesi di Rimini al bando per il sostegno allo sviluppo delle Cer promosso dalla Regione Emilia-Romagna, riuscendo a rientrare nella graduatoria degli assegnatari di contributi. Nominato presidente don Danilo Manduchi, economo della diocesi riminese, mentre il ruolo di vicepresidente è stato affidato a Pietro Borghini dell’associazione Madonna della Carità. Le parrocchie coinvolte vanno dal centro storico di Rimini a Rivazzurra e Miramare.
“Di fronte all’emergenza climatica ed energetica, la diocesi di Rimini ha accolto da subito la sfida delle Comunità energetiche rinnovabili attivandosi tra le prime realtà per un percorso di partecipazione e di cittadinanza attiva – spiega l’architetto Marco Panzetta, il tecnico della diocesi di Rimini che ha seguito l’intera operazione –. La Cer (che già abbiamo costituito con atto notarile registrato e che già è operativa) svolge un duplice servizio alle parrocchie e ai soggetti partecipanti: far fronte ai notevoli incrementi delle tariffe energetiche e condividere situazioni di disagio sociale. E soprattutto a contribuire alla riduzione dell’inquinamento del globo, del quale ogni uomo di buona volontà deve farsi carico, come detto da Papa Francesco nella Laudato si’. Nella cooperativa costituitasi possono partecipare altri soggetti: parrocchie, istituzioni scolastiche, famiglie, anche privati. Abbiamo già in lista altre 40 parrocchie che a breve si aggregheranno”.
Prossimo passo, la realizzazione pratica degli impianti. “È stato già predisposto uno studio di fattibilità tecnico-economica – conclude l’architetto – che in base alle cabine primarie di energia elettrica dislocate sul territorio provinciale hanno reso possibile l’individuazione di alcuni immobili sui quali è possibile installare impianti fotovoltaici”.