(Strasburgo) “Abbiamo bisogno di un’agenda di riforme ambiziose per garantire il corretto funzionamento di una Ue più grande, per affrontare le sfide geopolitiche e migliorare la legittimità democratica, in particolare attraverso la partecipazione dei cittadini”. Lo ha dichiarato Ursula Von der Leyen nel suo discorso di oggi all’Europarlamento, aggiungendo che a suo avviso “è necessario modificare i trattati laddove utile per migliorare la nostra Unione”. Una ampia parte dell’intervento ha riguardato la competitività economica (innovazione, Green Deal, autonomia energetica, innovazione, aiuti alle piccole e medie imprese, investimenti, formazione e competenze, opportunità occupazionali per i giovani). Dopo l’affondo su sicurezza, difesa e armamenti, ha fatto cenno alla lotta alla criminalità, alle minacce cibernetiche, al narcotraffico. Sulle migrazioni Ursula Von der Leyen ha detto quasi nulla, se non ribadire il controllo delle frontiere, la lotta alla tratta di esseri umani, per poi sostenere la bontà del nuovo Patto per la migrazione e l’asilo (“la solidarietà è stata messa al centro della nostra risposta”).
Ha quindi sostenuto l’impegno per l’allargamento a Balcani, Ucraina, Moldova e Georgia. “È una enorme responsabilità geostrategica. Un’Europa più grande sarà un’Europa più forte”.
Finalmente un passaggio del discorso si è concentrato sul “pilastro sociale”, con accenni su tutela dei consumatori, condizioni di lavoro e contrattazione collettiva, crisi degli alloggi, difesa dell’infanzia, iniziative per i giovani (fra cui l’Erasmus), annunciando “una inchiesta Ue sull’impatto dei social sulle nuove generazioni”. Qualche parola poi sulla lotta alla violenza contro le donne e la parità di genere, la conciliazione tra vita familiare e professionale.
Dopo l’intervento della Von der Leyen è toccato intervenire ai capigruppo, quindi una breve replica della presidente in pectore (“uniti nella diversità e nelle avversità”), e a seguire decine di interventi degli eurodeputati, con il sostegno dei gruppi europeisti e duri attacchi dalle destre sovraniste.