Professoressa colpita dai pallini. Archiviazione per assenza di reato

"Non c’è reato”. E di conseguenza nessuna punizione. Il reato ipotizzato era quello di oltraggio a pubblico ufficiale e i colpevoli denunciati erano gli alunni di una intera classe, 21 ragazzi, accusati di non aver mosso un dito, alcuni di essersi messi a ridere, quando la loro insegnante è stata presa di mira da un loro compagno con una pistola a pallini, durante la lezione. Episodio immediatamente riversato sui social.

“Non c’è reato”. E di conseguenza nessuna punizione.
Il reato ipotizzato era quello di oltraggio a pubblico ufficiale e i colpevoli denunciati erano gli alunni di una intera classe, 21 ragazzi, accusati di non aver mosso un dito, alcuni di essersi messi a ridere, quando la loro insegnante è stata presa di mira da un loro compagno con una pistola a pallini, durante la lezione. Episodio immediatamente riversato sui social.
Il fatto – si ricorderà – avvenne nel 2022 a Rovigo e a suo tempo fece scalpore. Con seguito di denunce penali (al momento continua il procedimento nei confronti del ragazzo che ha sparato, del compagno che ha fatto il video e dello studente che ha subito nascosto l’arma usata) e infinite discussioni. Con un’insegnante umiliata, un istituto accusato di aver quasi fatto finta di niente, genitori che non si sarebbero nemmeno fatti avanti (uno solo avrebbe chiesto scusa) e uno strascico di fine anno scolastico che richiese addirittura l’intervento del Ministro dell’Istruzione per abbassare il voto in condotta attribuito allo studente che aveva sparato i pallini (promosso, con 9 in condotta, poi diventato un 7).
Che dire? Certo che se non c’è reato – e questo lo dicono i magistrati – non c’è pena e nessuno, naturalmente, fa il tifo per punire oltre misura dei ragazzi. Tuttavia la notizia dell’archiviazione deve far riflettere sul rischio costante dello svilimento della figura dei docenti e della scuola stessa. La soluzione non sta nelle pene – tanto più dove non si ravvisi il motivo secondo la legge – ma in una crescita di consapevolezza dell’attività educativa. Consapevolezza che coinvolge certamente la scuola, ma anche le famiglie e le istituzioni nel loro complesso.
Ci auguriamo che gli stessi ragazzi di Rovigo abbiano avuto l’occasione di ripensare all’accaduto, che ci sia stata la possibilità di rivedere e valutare, anche tra genitori e figli, comportamenti e conseguenze. E la notizia dell’archiviazione porti pure sollievo alle persone coinvolte ma nello stesso tempo rinnovi l’attenzione nella direzione del rispetto e della responsabilità. Mete cui tende l’educazione.

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