Cure e accoglienza al Bambin Gesù: la storia di Pamela e la casa “Il Gelsomino”

Si gioca oggi a L'Aquila la Partita del Cuore, che vedrà di fronte la Nazionale Italiana Cantanti e quella dei politici. Sono attesi oltre 6mila spettatori. Il ricavato andrà al reparto di Pediatria dell’Ospedale San Salvatore de L’Aquila e all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Per l’occasione è attivo anche il numero solidale 45585 per il progetto Accoglienza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OpBG). A raccontare al Sir questo progetto è Pamela Spahiu, 18 anni, di Durazzo (Albania), ospite con la madre a casa Il Gelsomino, e in cura presso l'OpBG.  

Pamela (dx) con la madre (Foto Sir)

(Roma) Si chiama Pamela Spahiu, ha 18 anni e viene da Durazzo in Albania. Di lei colpiscono subito il sorriso e la luce che ha negli occhi. È accompagnata dalla mamma Nervenica che a stento riesce a trattenere l’emozione. La incontriamo a Roma all’ospedale Bambino Gesù a margine della conferenza stampa di presentazione della Partita del cuore che si giocherà oggi a L’Aquila e che sarà trasmessa domani, 17 luglio, in prima serata su Rai 1. È una dei tanti bambini e ragazzi che giungono al nosocomio romano da Paesi poveri del mondo, da zone di guerra o da luoghi dove non è possibile accedere alle cure.

Il racconto. “Sono stata accolta al Bambino Gesù il 3 giugno del 2020 dopo che i miei genitori avevano inviato numerose richieste di aiuto perché in Albania le cure per la mia patologia non sono disponibili” racconta la giovane. “Alla fine ci siamo rivolti all’ambasciata italiana in Albania che ci ha immediatamente aiutati con la pratiche burocratiche nonostante la festa nazionale del 2 giugno. Siamo partite immediatamente: mia mamma è sempre rimasta al mio fianco, anche se spesso sono io a farle forza perché per lei non è stato facile: l’Albania ci manca molto”. “Siamo venute via dalla nostra casa in fretta e furia e siamo grate di questa opportunità” sottolinea la mamma Nervenica. “Non è stato facile per me arrivare in un Paese straniero senza conoscere la lingua e senza poter lavorare. Siamo state da sole per due anni, poi mio marito e mio figlio di 14 anni sono venuti a trovarci; non possono farlo spesso per motivi di lavoro” ammette con il dispiacere in volto.

“Ma ci siamo sentite sempre accolte e le persone che ci circondano hanno sempre un occhio di riguardo per noi anche attraverso piccoli gesti quotidiani”.

Casa Il Gelsomino Osp. Bambino Gesù (Foto Sir)

Una fitta rete solidale. Pamela e Nervenica vivono a casa “Il Gelsomino” insieme ad altre tre famiglie e si recano in ospedale per continuare il ciclo di cure. Pamela studia al liceo linguistico e durante i primi anni di degenza ha frequentato la scuola in ospedale. Da grande vorrebbe diventare medico anche perché, sottolinea, “l’esperienza della malattia e del ricovero ha accresciuto in me questo desiderio.

Vorrei poter restituire tutto il bene che ho ricevuto

e vorrei far sentire a casa tanti bambini così come mi sento io”. Il progetto di accoglienza della Fondazione Bambino Gesù supporta i bambini con gravi patologie e le loro famiglie durante i lunghi periodi di ospedalizzazione presso il nosocomio. Il 30% circa dei pazienti ricoverati proviene da fuori regione o dai Paesi più poveri. La Fondazione offre loro alloggi e sostegno grazie all’aiuto di una fitta rete solidale. L’obiettivo è quello di fornire una “casa lontano da casa” e spazi di condivisione per aiutare le famiglie a trovare un po’ di serenità durante il difficile periodo di ospedalizzazione, spesso molto lungo. E “vicinanza e accoglienza sono le parole chiave che contraddistinguono l’operato di questo ospedale sin dalla sua fondazione 150 anni fa” conferma Tiziano Onesti, presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. “Quella che garantisce questo ospedale è accoglienza concreta verso tutti, senza distinzioni; è una porta aperta alle famiglie. E ciò avviene 365 giorni l’anno: giungono richieste di accoglienza da tutto il mondo. E’ importante ringraziare il personale medico, i volontari, i religiosi e le religiose che quotidianamente in armonia sostengono la missione e i valori dell’ospedale”.

Le cifre. L’ospedale Bambino Gesù nel 2023 ha offerto oltre 140mila notti di alloggio a circa 3mila famiglie. Per il 2024 la previsione di costo complessivo è pari a 2.4 milioni di euro comprensivi delle spese per le case di accoglienza, di quelle per i mediatori culturali, i viaggi e i trasferimenti, il personale dedicato. È attivo, e lo sarà fino a domani, alla messa in onda della partita del cuore, il numero solidale 45585 per sostenere il progetto di accoglienza dell’ospedale.

 

 

 

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