“Sono venuto per ascoltare”: così l’arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico mons. Davide Carbonaro, ha aperto oggi il dialogo con i lavoratori nella tenda degli “invisibili” (come si definiscono) che stazionano, a turno, da oltre un anno (“oggi 500 giorni” ha ricordato qualcuno) nel parcheggio di fronte ai Palazzi della Regione. Ha ascoltato da più voci storie di vita, al limite della sussistenza, che vanno avanti da dieci o anche vent’anni. Sono i rappresentanti di una platea di 1800 persone che lavorano senza contratto, senza diritti, senza assicurazione sociale: sono i reduci Tis, (tirocini di inclusione sociale) e Rmi (Reddito minimo di inclusione) entrati a far parte, anni addietro, in un progetto regionale che doveva assicurare uno sbocco lavorativo vero, che, però non c’è “finora stato”, evidenzia la diocesi in una nota. Da tempo sono semplicemente “aggregati per prestazioni sociali agevolate”, in quasi tutti i 131 comuni lucani, nelle aule scolastiche e nelle mense, e perfino nei tribunali, sopperendo alle mille necessità degli enti pubblici, ma con un reddito di appena 550 euro al mese, hanno spiegato all’arcivescovo accompagnato da don Salvatore Dattero, responsabile della pastorale del lavoro della diocesi. Senza dire che, negli ultimi anni, “ci sono state perfino due morti sul lavoro senza alcun riconoscimento per le famiglie, perché le vittime non erano coperte da un regolare contratto”. La vicenda degli “invisibili” è stata seguita da vicino dalla Chiesa potentina: mons. Salvatore Ligorio qualche mese prima di lasciare la diocesi (inizio 2024) scrisse una lettera personale al presidente della regione Basilicata, Vito Bardi, sollecitando per loro un lavoro dignitoso nel rispetto delle persone. Nella risposta il presidente aveva assunto l’impegno di affrontare il problema, ma – sottolinea oggi la diocesi – “si era ormai già in clima elettorale”. Oggi con mons. Carbonaro si è tornati a parlarne: una stabilizzazione, per chi dei 1800 lo vorrà, nella forestazione. I lavoratori – età media 50 anni – hanno riferito della disponibilità della Regione. E l’arcivescovo ha assicurato: “sono dalla vostra parte”, prendendo anche posizione a favore della proposta in discussione. Per sollecitare la quale si è impegnato “ad intervenire sui responsabili istituzionali”. Alla fine dell’incontro “ufficiale” mons. Carbonaro si è fermato a parlare con molti dei presenti per ascoltare “pezzi di vita vissuta in ristrettezza” che per “pudore non trovano mai spazio nelle discussioni pubbliche”.