“Stiamo vivendo in un contesto storico segnato da conflitti, migrazioni, grandi trasformazioni e cambiamenti climatici, il tutto accompagnato da una generale e sempre più diffusa indifferenza dei cittadini, come si è visto nelle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. L’Europa è in costante ricerca della propria identità e desidera creare un’unità nuova e duratura e per questo sono sicuramente importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma non sono sufficienti”. Lo scrivono il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, gli abati di Santa Giustina e di Praglia, rispettivamente dom Giulio Pagnoni e dom Stefano Visintin, e l’abbadessa di San Daniele, madre Maria Chiara Paggiaro, in un messaggio congiunto per la festa di San Benedetto da Norcia, abate e co-patrono d’Europa, che ricorre domani.
La costruzione di un’identità, si legge nel testo, “non può prescindere da un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del continente. Senza questa prospettiva, c’è il pericolo sempre più concreto di cedere all’antica tentazione autoreferenziale che nega l’Altro e che cerca di salvarsi da sé; utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha causato un drammatico regresso nella storia dell’umanità”. In questo contesto internazionale, in occasione della memoria liturgica di San Benedetto da Norcia, “ricordiamo il ruolo che il fondatore del monachesimo in Occidente ha avuto nella nascita di un mondo nuovo, in un’epoca (V-VI sec. d.C.) di profonda crisi”, per certi versi “molto simile alla nostra”, l’esortazione degli estensori del messaggio. Benedetto “realizzò un’opera religiosa e spirituale capace di innestare un modello di esistenza sociale e comunitaria teso alla valorizzazione e allo sviluppo di ogni persona, a prescindere dalle differenze sociali, culturali, etniche o nazionali. In questo modo egli evidenziava ciò che unisce gli esseri umani, ciò che lega gli uni agli altri e li rende tutti fratelli e sorelle; li rende una società”.