Sinodo: Instrumentum laboris, “istituire un ministero dell’ascolto”

Foto Siciliani-Gennari/SIR

“Una Chiesa sinodale è una Chiesa che ascolta, capace di accogliere e accompagnare, di essere percepita come casa e famiglia”. A ribadirlo è l’Instrumentum laboris della seconda sessione del Sinodo dei vescovi. “Si tratta di un bisogno che emerge in tutti i continenti e riguarda persone che, per ragioni diverse, sono o si sentono escluse o ai margini della comunità ecclesiale, o faticano a trovare al suo interno un pieno riconoscimento della loro dignità e dei loro doni”, prosegue il testo: “Questa mancanza di accoglienza le respinge, ostacola il loro cammino di fede e di incontro con il Signore, e priva la Chiesa del loro contributo alla missione”. Di qui la proposta di “dar vita a un ministero dell’ascolto e dell’accompagnamento riconosciuto ed eventualmente istituito, che renda concretamente sperimentabile un tratto così caratteristico di una Chiesa sinodale”. “Serve una porta aperta della comunità, attraverso cui le persone possano entrare senza sentirsi minacciate o giudicate”, si spiega nel documento, in cui si precisa che “le forme dell’esercizio di questo ministero dovranno essere adattate alle circostanze locali, in base alla diversità di esperienze, strutture, contesti sociali e risorse disponibili”, tramite “uno spazio di discernimento da articolare a livello locale, anche con il coinvolgimento delle Conferenze episcopali nazionali o continentali”.

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