Settimana sociale: associazioni cattoliche italiane, “mantenere viva la democrazia è una sfida che la storia oggi ci pone”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Ci siamo incontrati in questi giorni in occasione della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia per riflettere sulle sfide attuali della democrazia. Siamo una realtà plurale, accomunata dall’appartenenza ecclesiale, e riconosciamo tale condizione come una ricchezza che ci anima ancora di più nella ricerca quotidiana di ascolto attento, confronto leale, dialogo paziente e collaborazione costruttiva. Siamo altresì consapevoli che in questo tempo, attraversato dalla violenza della guerra e dalla crescita delle disuguaglianze, la democrazia è un bene sempre più fragile che esige una cura che non può escludere nessuno”. Lo scrivono Azione cattolica italiana, Acli, Associazione Guide e Scouts cattolici italiani, Comunità di Sant’Egidio, Fraternità di Comunione e Liberazione, Movimento cristiano lavoratori, Movimento politico per l’unità Focolari, Rinnovamento nello Spirito e segretaria della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali, in una lettera inviata al Paese nella quale sottolineano il loro impegno a difesa della democrazia, che sia sempre più partecipata dal basso e sostanziale, al servizio degli ultimi e dei deboli.
“Mantenere viva la democrazia è, come ci ha ricordato Papa Francesco, una sfida che la storia oggi ci pone, incoraggiando tutti a lavorare perché l’impegno a rigenerare le istituzioni democratiche possa sempre più essere a servizio della pace, del lavoro e della giustizia sociale”, scrivono le associazioni firmatarie della lettera, che manifestano la loro “viva e crescente preoccupazione per la guerra”: “La guerra continua a mietere vittime e a produrre distruzioni in Ucraina, in Terra Santa, nel Sudan, in Congo e in altre regioni del mondo. La guerra, che si insinua anche nella nostra società, si fa cultura, modo di pensare, di parlare, di vedere il mondo. Vogliamo quindi affermare nuovamente il grande desiderio di pace che ci muove a chiedere di restituire all’Italia e all’Europa una missione di pace. La pace è il fondamento della democrazia. La guerra corrode e corrompe la democrazia. Oggi per noi andare al cuore della democrazia significa confermare e chiedere alla società, alla politica, alle istituzioni una scelta per la pace che si faccia azione concreta”.

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