(Trieste) “Si può essere imprenditori civili anche nel campo dell’edilizia”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Piero Petrucco, imprenditore edile e presidente della Federazione dell’industria europea delle costruzioni (Fiec), nel suo intervento alla Piazza della democrazia dedicata a “Economia civile: un nuovo modello di sviluppo” nell’ambito della 50ª edizione in svolgimento a Trieste.
“La nostra – ha raccontato – è una società benefit. Una soluzione intelligente, e in questo ambito l’Italia è stata capofila. Il concetto è semplice: fare gli interessi non solo di azionisti o soci ma anche di tutti quelli che hanno a che fare con l’impresa (territorio, dipendenti). Un concetto semplice e molto profondo, che dà la libertà di declinarlo secondo le proprie attitudini e le proprie storie”. In particolare, nell’esperienza di Petrucco sono tre gli ambiti coinvolti: “Attenzione agli azionisti, alle persone che lavorano nell’impresa (in particolare le famiglie, chi fa figli…) e il rapporto con il territorio, principalmente con un ente del Terzo settore con l’obiettivo di mettere vicini operatori porfit e no-profit”. A questo si aggiunge anche “la cooperazione internazionale con un progetto in Sud Sudan dove abbiamo fondato una scuola di arte e mestieri. Un’avventura davvero bella, non un semplice finanziamento ma un luogo che ha molto a che vedere con l’impresa”. Questo è potuto accadere perché si era in presenza di “un ambiente in grado di capire la diversità e la complessità del mondo”. “Questo – ha spiegato – aiuta a fare impresa, fare reddito, essere profittevole in maniera etica”. Si agisce “non in termini buonisti o volontaristici”, ma cogliendo “l’opportunità che ha l’impresa di crescere, di diventare più resiliente, di riuscire ad essere in grado di percepirsi un soggetto sociale protagonista, con un ruolo ben preciso da esercitare”. Petrucco guida un’impresa, l’Icop, di 380 persone di 20 nazionalità diverse, un mondo che si può tenere insieme con alcune attenzioni: quasi tutti i rapporti che funzionano sono partiti in maniera positiva; chi ha ruoli dirigenziali è coinvolto in un intreccio di persone brave ma anche amiche tra di loro”, che si relazionano attraverso “una gerarchia funzionale”.