“La legge sull’autonomia differenziata divide l’Italia e aumenterà le disuguaglianze perché fa parti uguali fra disuguali”. Così Antonio Russo, vice presidente delle Acli, che questa mattina, insieme agli altri sottoscrittori, ha depositato alla Corte di Cassazione il quesito referendario totalmente abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, approvato lo scorso 19 giugno. “Avremo presto 21 staterelli e qualche macro regione che proverà ad andare ad una velocità diversa rispetto alle altre. Ci sono territori che hanno difficoltà maggiori e non sono solo quelli del sud. Anche le aree interne del nostro Paese non sono state considerate dal legislatore”, ha continuato Russo. “Questa legge agisce su un Paese che non è riuscito a fare delle riforme urgenti: servono 100 miliardi per la riforma dei livelli essenziali delle prestazioni, ma questi soldi non li abbiamo”. Tra i sottoscrittori che, insieme alle Acli, hanno depositato in Cassazione il quesito referendario, ci sono i sindacati, Cgil e Uil, il mondo dell’associazionismo, Anpi, Arci, Cna, Wwf, Demos, le forze politiche di opposizione, giuristi e intellettuali che compongono il comitato promotore. Il prossimo passo sarà quello di raccogliere 500mila firme entro il 30 settembre per arrivare al referendum e proporre ai cittadini l’abrogazione della legge. “Noi delle Acli nei mesi passati avevamo detto che questa riforma andava fermata, non è stato così. Oggi, insieme ad altre organizzazioni e ai partiti politici, chiediamo l’abrogazione dell’autonomia differenziata, che secondo noi rappresenta una pericolosissima deriva, non solo per l’economia, per la sanità, per la crescita sociale di questo Paese ma anche per la stessa democrazia. Crediamo che a lungo andare la differenza tra i territori e le persone che vivono in parti diversi dell’Italia avrà una ricaduta molto forte sulla qualità stessa della democrazia”, ha concluso Russo.