L’uragano Beryl, nel frattempo sceso lievemente d’intensità e declassato a categoria 3, ha raggiunto in queste ore le coste di Guatemala, Belize e Messico, dopo aver solo lambito la Giamaica, e provocando comunque distruzione. Le autorità giamaicane hanno comunicato che un uomo di 20 anni e una donna di 26 sono morti dopo che il devastante uragano Beryl ha colpito l’isola caraibica mercoledì sera. Danni anche alle infrastrutture dell’isola e all’aeroporto internazionale Norman Manley della capitale giamaicana, Kingston. Più di 400.000 giamaicani, circa il 65% dei clienti, sono rimasti senza corrente elettrica da mercoledì sera. Nel frattempo, è iniziata la conta dei danni nelle isole dei Caraibi più colpite, e in particolare l’arcipelago di Grenada. Mons. Clyde Harvey, vescovo di St George’s-in-Grenada ha espresso ieri, in una diretta Facebook con la testata cattolica locale Good News Catholic Comunication “profonda preoccupazione” per la popolazione delle isole Petite Martinique e Carriacou. L’uragano ha lasciato le isole isolate e inaccessibili, con notizie di devastazioni significative. Il vescovo, che lunedì è stato irraggiungibile per diverse ore a causa della perdita di elettricità, ha ripulito personalmente il vescovado, danneggiato dalle inondazioni. E ha riferito che la chiesa di Saint Patrick a Hillsborough, la principale chiesa di Carriacou, ha perso il tetto. Il vescovo Harvey si è detto preoccupato per la parrocchia di Windward, abitata da pascatori “una parrocchia rimasta isolata. L’ultima cosa che ho sentito su di loro è che si stavano preparando e speravano nel meglio”. Padre Andrew Barnard, parroco di Carriacou e Petit Martinique, si trovava in chiesa quando il tetto è crollato. Si è salvato grazie alla sacrestia. “Abbiamo perso quattro chiese su sei. Le due isole sono devastate, così come le parti settentrionali di Grenada, San Patrizio e alcune parti di Sant’Andrea”, ha detto.